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Migranti, l'Europa richiama Parigi: serve collaborazione

Adriano Bonanni
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La Francia prova a metterci una toppa. E lo fa con la premier francese, Elisabeth Borne, che è intervenuta sulle recenti tensioni diplomatiche tra Roma e Parigi innescate dai commenti del ministro francese dell’Interno, Gerald Darmanin, sull’incapacità del governo italiano di gestire l’immigrazione. «Vorrei ribadire che l’Italia è un partner essenziale della Francia - ha spiegato parlando ai giornalisti francesi - che il nostro rapporto si basa sul rispetto reciproco, e che favoriremo la consultazione e un dialogo pacifico per continuare a lavorare insieme».

 

 

 

Ma, per il momento l’Italia non ha intenzione di avviare un dialogo se prima da Parigi non arrivano scuse ufficiali. Un concetto ribadito ieri dal ministro degli Esteri Antonio Tajani: «Ci saranno degli atti riparatori, io mi auguro che la Francia deciderà chi dovrà farlo e che prendano le distanze. Ma il comunicato di ieri (giovedì ndr) non è stato sufficiente, è stato molto tiepido il problema dell’offesa e dell’insulto gratuito rimane, è stata una sorta di pugnalata alla schiena». «Io - ha aggiunto - sono un grande amico della Francia, ma da ministro degli Esteri e vicepremier non posso accettare che la mia patria venga offesa senza motivo. Si capisce il disappunto del governo francese, ma le offese sono state talmente forti che meritavano una risposta. Darmanin ha fatto male tutto con quell’intervento, perché privo di senso e non rispondeva alla verità. L’Italia sta facendo di tutto per affrontare la questione migratoria ma serve un’azione europea e dell’Onu, anche il Papa e Mattarella dicono che l’Italia non può essere lasciata sola». E mentre sulla crisi stanno lavorando freneticamente le ambasciate dei due Paesi oltre che i rispettivi ministeri degli Esteri, ieri si è fatta sentire anche l’Europa. Prima con la presidente del parlamento europeo Roberta Metsola che è intervenuta con un videomessaggio alla convention milanese di Forza Italia: «La crisi migratoria è un fenomeno di cui deve farsi carico tutta l’Unione, non è un problema che può essere affrontato soltanto dei paesi di confine. l’Italia non può farcela da sola. Voglio che la nostra sia un’Europa di soluzioni e non di retorica». Poi ha sottolineato l’importanza nella Ue del nostro Paese: «L’Italia ha un ruolo cruciale in un momento della storia che ci pone davanti a sfide sempre più difficili. La battaglia alla democrazia e ai nostri valori si stanno intensificando, per questo c’è bisogno di più Italia in Europa». Subito dopo è intervenuto il presidente del Ppe Manfred Weber: «Amici, se c’è qualcosa che questi ultimi anni ci hanno insegnato è che insieme siamo più forti. L’unione e la solidarietà sono la soluzione per superare qualsiasi ostacolo. Dobbiamo attenerci a questo principio. In materia di migrazione, ad esempio, l’Italia non può più essere lasciata sola». E subito dopo ha appoggiato la politica del governo italiano di pene più dure contro gli scafisti: «Dobbiamo proteggere in modo migliore le nostre frontiere esterne e non lasciare che siano i trafficanti di esseri umani a decidere chi entra in Europa». Infine un portavoce della Commissione Ue, Eric Mamer: «Non commenteremo le dichiarazioni degli uni e degli altri. Sapete che non lo facciamo mai, ma naturalmente chiediamo agli Stati membri di dialogare e dialogare in modo costruttivo sulle questioni dell’immigrazione, che riguardano l’insieme degli Stati membri, sulle quali la Commissione ha fatto delle proposte molto concrete, da un punto di vista legislativo, anche delle proposte puntuali su dei piani d’azione specifici».
 

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