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Incoronazione Carlo III, il giuramento davanti all'arcivescovo di Canterbury

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Carlo III ha giurato. Nell’abbazia di Westminster, davanti all’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, il nuovo re ha giurato di rispettare la legge (Coronation Oath) e di essere «un protestante fedele» alla Chiesa d’Inghilterra (Accession declaration oath). Carlo III ha pronunciato il giuramento di fronte all’arcivescovo di Carterbury, Justin Welby, poggiando la mano sulla Bibbia: «Io, Carlo, professo solennemente e sinceramente alla presenza di Dio, attesto e dichiaro di essere un fedele protestante e che, secondo il vero intento delle leggi che assicurano la successione protestante al trono, sosterrò e mantenere le suddette disposizioni al meglio delle mie forze secondo la legge»

 

 

«Sua maestà, come figlio del Regno di Dio, vi accogliamo in nome del Re dei Re», ha detto l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby durante la cerimonia di incoronazione. «Nel Suo nome e nel Suo esempio, sono qui non per essere servito, ma per servire», ha risposto il sovrano.

 

 

C’è poi da registrare il leggero cambio del tono del giuramento corale al re, una innovazione pensata per coinvolgere milioni di persone in un coro ideale di sostegno a Carlo III, ma che a molto critici era apparsa divisiva e feudale. Così, all’ultimo è stato deciso che l’arcivescovo di Canterbury, «invita» il pubblico a unirsi nel giuramento, invece di «chiedere» di farlo. Il cambiamento è stato approvato da Carlo III, scrive il Guardian. «L’omaggio del popolo» era previsto verso la fine della cerimonia e sostituisce quello tradizionale dei pari del regno. L’arcivescovo ha invitato chi lo desidera a pronunciare le parole: «Giuro vera lealtà a Sua Maestà, i suoi eredi e successori, in base alla legge. Dio aiutami». L’idea è che quanti vogliono farlo potranno unirsi al giuramento nell’abbazia, davanti ai maxi schermi o il televisore di casa. Ma la proposta ha sollevato molte ironie, con molti che l’hanno trovata feudale e non certo adatta al 21esimo secolo.

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