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Droni sul Cremlino, il generale Capitini: perché può essere un caso di false flag

Francesco Forgione
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Droni sul Cremlino: ipotesi “false flag”. Nelle ultime ore hanno fatto il giro del mondo le immagini che riprendono i droni ucraini esplodere sopra il palazzo presidenziale di Vladimir Putin, incendiandone una parte della cupola. Mosca ha accusato Stati Uniti e Ucraina, con Kiev che ha  fatto sapere di essere estranea ai fatti. Gli analisti sono al lavoro anche sull’ipotesi false flag: la Russia ha inscenato un falso attacco per accusare i nemici e l’occidente?

 

Questa è la domanda al centro del programma d’attualità targato Rai3 “Agorà” condotto dalla giornalista Monica Giandotti. Ospite del talk show il Generale Paolo Capitini che dice la sua sull’accaduto facendo un’ipotesi: “al momento non abbiamo certezze ma potrebbe trattarsi di false flag, ovvero fare un’azione dandone la responsabilità a qualcun altro, spesso in guerra succede”. Capitini entra nel particolare ma rimane cautamente sul piano delle supposizioni: “la Russia potrebbe aver montato questa operazione, fornendo le false prove e attribuendo la colpa all’Ucraina”. 

 

Il Cremlino potenzialmente potrebbe aver agito per scombinare il piano ucraino di una controffensiva che sembra imminente, questo spiegherebbe il perché i russi hanno intensificato i bombardamenti sul territorio ostile. “Quelle di false flag sono operazioni complementari a operazioni militari di più grande portata come in questo caso potrebbe trattarsi della probabile controffensiva ucraina”. Il Generale Capitini conclude il suo intervento: “l’operazione di false flag e l’incremento di azioni d’artiglieria fanno pensare che la controffensiva è vicina e la Russia la teme molto”. Questa possibile messinscena voluta da Putin potrebbe dimostrare che la Russia adesso ha paura e sta facendo di tutto per cercare di sventare l’operazione di contrattacco delle truppe di Zelensky.

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