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Usa, Jean Carroll inguaia Donald Trump: “Così nel 1996 mi ha stuprata”

Luca De Lellis
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Donald Trump deve rispondere ad accuse di violenza sessuale. Nel secondo giorno del processo in sede civile per stupro e diffamazione ai danni di Jean Carroll, la giornalista e scrittrice è stata chiamata a testimoniare, e le sue parole hanno rivelato la gravità dei reati denunciati. “Sono qui perché Donald Trump mi ha violentata, e quando ne ho scritto, ha detto che non è successo. Ha mentito e ha distrutto la mia reputazione, e io sono qui per cercare di riprendermi la vita”. I fatti descritti dalla donna, oggi 79enne, risalgono al 1996 e si sarebbero verificati all’interno dello spogliatoio dei grandi magazzini Bergdorf Goodman, lo store di lusso sulla Fifth Avenue di New York, a cinquecento metri dalla Trump Tower.

 

 

L’ex presidente degli Stati Uniti voleva che la testimone lo accompagnasse per scegliere l’intimo per una sua amica e, a quel punto, le avrebbe chiesto di indossare un capo grigio-blu. Il rifiuto di Carroll non sarebbe stato accettato e lì, secondo le deposizioni della vittima, sarebbe partita la molestia “estremamente dolorosa”. La reazione, ha raccontato la vittima, è stata confusa. “Mi vergognavo. pensavo fosse colpa mia”. Da quell'esperienza, ha ammesso, “sono stata incapace di avere di nuovo una vita sentimentale”.

 

 

L’avvocato difensore di Trump, Joseph Tacopina, è andato all’attacco accusando la donna di interessi politici dietro a questa storia: “Donald Trump suscita reazioni forti, in senso positivo o negativo: si può odiarlo ed esprimerlo con il proprio voto, non in tribunale. Le prove mostreranno che sta mentendo”. Secondo il legale, poi, Carroll avrebbe creato questo caso per vendere più copie del suo libro, nel quale racconta l’accaduto. Dalla parte dell’accusa, invece, il legale Shawn Crowley è convinto che “le prove dimostreranno che Trump ha detto una bugia dietro l'altra su questo caso”. L’avvocato ha anche spiegato perché la donna abbia impiegato così tanto tempo per denunciare: “Tre decenni fa il mondo era molto diverso da oggi per una donna single, e Trump era allora molto potente a New York”.

Intanto il processo si sta celebrando grazie a una legge, approvata l'anno scorso nello Stato di New York, che offre una finestra temporale di un anno a tutte le vittime di abusi e stupri, per denunciare episodi avvenuti anche lontano nel tempo, e il cui reato sarebbe caduto in prescrizione.

 

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