SOS CLIMA
Clima, stop ai combustibili fossili: accordo tra i ministri del G7
Riconoscendo l'attuale crisi energetica globale e le turbolenze economiche in corso, "riaffermiamo il nostro impegno ad accelerare la transizione verso l'energia pulita, per arrivare a zero emissioni nette di gas serra entro il 2050, al più tardi".
A metterlo nero su bianco i ministri dell'Energia e dell'Ambiente dei paesi del G7, nel documento finale del meeting dedicato ai tempi ambientali ed energetici svoltosi a Sapporo, in Giappone. Sebbene i responsabili delle politiche climatiche dei Sette abbiano promesso di accelerare il passaggio a un sistema energetico più pulito e basato sulle rinnovabili, non hanno però, d'altra parte, fissato un calendario preciso di scadenze per arrivare all'eliminazione delle centrali elettriche a carbone, uno dei nodi al centro delle discussioni, nonostante nel documento si sottolinei la necessità di realizzare "un sistema energetico prevalentemente decarbonizzato" entro il 2035.
Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica italiano, Gilberto Pichetto Fratin, si è detto "soddisfatto per i risultati raggiunti", e ha sottolineato "l'attenzione posta sulle questioni ambientali e di salvaguardia della biodiversità". Risultato importante, secondo Pichetto, è anche "l'obiettivo di ridurre a zero l'ulteriore inquinamento da plastica entro il 2040”.
Il ministro dell'esecutivo Meloni ha inoltre affermato che l’Italia ha apprezzato il riconoscimento, nel settore dei trasporti, "di percorsi che valorizzano la specificità dei diversi Paesi, incluso, per l'Italia, l'utilizzo dei biocarburanti sostenibili".
Il Giappone, paese ospite, ha ottenuto invece l'appoggio dei paesi del G7 alla propria strategia nazionale, che enfatizza il ruolo del cosiddetto ‘carbone pulito’, dell'idrogeno e dell'energia nucleare per garantire la propria sicurezza energetica senza rinunciare alla transizione ecologica. Una transizione che, secondo quanto dichiarato all’Associated Press dall’inviato speciale per il clima statunitense, John Kerry, "non può prevedere passi indietro".
Per Kerry si sono innescati meccanismi di mercato irreversibili negli ultimi anni. "Le aziende private hanno fatto grandi scommesse sul futuro e non hanno intenzione di annullarle", ha puntualizzato, aggiungendo che il mondo "è in una posizione diversa rispetto a uno, due e tre anni fa" dal punto di vista degli sforzi per ridurre le emissioni, e che se i Paesi manterranno la promessa di eliminare gradualmente i combustibili fossili inquinanti "il mondo potrà limitare il riscaldamento globale medio a 1,5 gradi", vale a dire l’obiettivo previsto dagli Accordi di Parigi.