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Finlandia, Sanna Marin sconfitta: vince la destra

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La premier socialdemocratica Sanna Marin ha perso in Finlandia la sua lotta per la riconferma. A vincere, nella corsa estremamente combattuta fra i tre partiti principali che si è configurata nelle elezioni generali di oggi, sono stati i conservatori del Partito della Coalizione Nazionale (Ncp), guidato dall'ex ministro delle Finanze Petteri Orpo, che ha ottenuto il 20,7%. È stato proprio Orpo a rivendicare la vittoria: "Sulla base di questo risultato, i colloqui per la formazione di un nuovo governo in Finlandia saranno avviati sotto la guida del Partito della Coalizione Nazionale", ha detto davanti a una folla di sostenitori.

Al secondo posto si è piazzata l'ultradestra di Veri finlandesi, guidata da un'altra donna, Riikka Purra, che si è attestata al 20,1%. Un boom che segna il miglior risultato della storia del partito. Mentre la formazione di Marin è arrivata terza, fermandosi al 19,9%. La premier uscente ha ammesso la sconfitta: "Il numero dei seggi è aumentato. È un ottimo risultato, anche se oggi non sono arrivata prima", ha detto, congratulandosi poi per la vittoria sia con il centro-destra che con Veri finlandesi. Con questi numeri, nessuno è in grado di formare un governo da solo.

Marin, che a 37 anni è fra i leader più giovani d'Europa, è premier da dicembre 2019, ha ricevuto elogi per la gestione della pandemia di Covid-19 da parte del suo governo e per il suo ruolo di primo piano, insieme al presidente Sauli Niinistö, nel sostenere la richiesta di adesione della Finlandia alla Nato. E il sostegno all'Ucraina nell'ultimo anno ha aumentato la sua visibilità internazionale.

Tuttavia, nonostante rimanga popolare in patria, le posizioni del suo partito sull'economia finlandese, emerse come tema principale della campagna elettorale, sono state messe in discussione dai conservatori. Il leader del Partito della Coalizione Nazionale, Petteri Orpo, ha martellato sulle questioni economiche durante un evento elettorale sabato. "La cosa più importante per il prossimo governo è sistemare la nostra economia, spingere la crescita economica, equilibrare l'economia pubblica. E la seconda questione molto importante è costruire la Finlandia della Nato", ha detto Orpo ad Associated Press a Espoo, appena fuori dalla capitale. La leader del partito di destra Veri finlandesi, Riikka Purra, ha sottolineato invece di volersi concentrare sulla definizione di politiche in materia di migrazione, clima, criminalità ed energia.

Il rebus del prossimo governo è ancora da risolvere. Marin ha escluso che i socialdemocratici possano allearsi con il partito Veri finlandesi, adducendo differenze sostanziali nei valori e nelle politiche, visto che i candidati del partito populista e nazionalista hanno presentato una piattaforma anti-immigrazione e anti-Unione europea.

L'ultradestra, dal canto suo, è a sua volta molto critica nei confronti dell'obiettivo fissato dal governo di Marin di rendere la Finlandia neutrale dal punto di vista delle emissioni di carbonio e priva di combustibili fossili entro il 2035, definendo la politica ingenua e irrealistica. I Veri finlandesi prevedono che il Paese diventerà carbon neutral non prima del 2050. D'altro canto il Partito di Coalizione Nazionale (Ncp) di Petteri Orpo condivide lo stesso obiettivo di neutralità climatica dei socialdemocratici, ma potrebbe avere difficoltà a trovare un accordo sulle politiche economiche; l'NCP è aperto a formare una coalizione con i Veri finlandesi. Orpo, a capo del partito dal 2016, ha promesso che un governo sotto la sua guida creerebbe circa 100mila nuovi posti di lavoro e incoraggerebbe l'imprenditorialità; e il suo partito vuole anche aumentare la quota di energia che la Finlandia ricava dal nucleare.

La Finlandia, che condivide un lungo confine terrestre con la Russia e dovrebbe entrare nella Nato nelle prossime settimane, è un membro dell'Unione europea e conta 5,5 milioni di abitanti. L'invasione dell'Ucraina da parte della Russia ha spinto il Paese a chiedere l'adesione alla Nato nel maggio 2022, ma né la storica decisione di abbandonare la politica di non allineamento della nazione né la guerra sono emersi come temi principali della campagna elettorale. A dominare la campagna, oltre all'economia finlandese, sono stati l'aumento del debito pubblico, il cambiamento climatico, l'istruzione, l'immigrazione e i benefit sociali. La creazione di posti di lavoro e il rapido aumento del debito pubblico finlandese sono questioni che probabilmente preoccuperanno il prossimo governo del Paese nordico.

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