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TikTok, giro di vite negli Usa. Ma la Cina non ci sta: “Persecuzione xenofoba”
La portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning ha accusato gli Stati Uniti di aver avviato «persecuzioni politiche xenofobe» con le loro azioni contro la piattaforma TikTok, dopo l’audizione del ceo al Congresso. «Il governo cinese attribuisce grande importanza alla tutela della privacy e della sicurezza dei dati in conformità con la legge», ha affermato Mao in una conferenza stampa. «Non ha mai richiesto e non richiederà mai ad aziende o persone che raccolgono o forniscono dati, informazioni e intelligence di paesi stranieri in violazione delle leggi locali», ha spiegato la portavoce.
Il governo cinese, ha sottolineato Mao, denuncia anche che gli Stati Uniti «finora non hanno fornito alcuna prova per dimostrare che TikTok minacci la sicurezza nazionale. Gli Stati Uniti devono rispettare seriamente i principi dell’economia di mercato e della concorrenza leale, smettere di sopprimere irragionevolmente le aziende di altri paesi e fornire un ambiente aperto, giusto, equo e non discriminatorio».
La Cina ha già espresso nei giorni scorsi la preoccupazione che gli Stati Uniti possano costringere la società cinese ByteDance a cedere la popolare app, avvertendo che in tal caso «si opporrà con forza». «Forzare la vendita di TikTok danneggerà seriamente la fiducia degli investitori di tutto il mondo, inclusa la Cina, riguardo agli investimenti negli Stati Uniti», ha detto giovedì la portavoce del ministero del Commercio cinese Shu Jueting in un incontro con la stampa. Lo scorso febbraio, l’Amministrazione Usa ha ordinato la rimozione di TikTok da tutti i dispositivi pubblici, un «abuso della sicurezza nazionale per penalizzare aziende straniere» secondo Pechino.