LA GUERRA
Russia-Ucraina, i Mig-29 a Kiev. Mosca: "Verso l'Armageddon nucleare"
Volodymyr Zelensky elenca all'Europa i cinque ritardi che, a suo dire, allungano la guerra. Il leader di Kiev si collega con il Consiglio europeo per chiedere ai leader Ue di agire in merito alla consegna di missili a lungo raggio, approvazione di nuove sanzioni alla Russia, decisione sulla possibile fornitura di consegna di aerei da guerra moderni, ritardo nelle negoziazioni per l'adesione all'Ue e attuazione del piano di pace di dieci punti proposto da Kiev.
Al momento da Bruxelles arrivano per Kiev buone notizie solamente in merito alla fornitura di munizioni, saranno un milione entro i prossimi dodici mesi in uno sforzo teso a "contribuire a soddisfare le pressanti esigenze militari e di difesa dell'Ucraina", fa sapere il Consiglio europeo.
Leggi anche: Ucraina, la Slovacchia consegna i Mig-29. La guerra prende il volo: "Un passo distruttivo"
Un'accelerata in merito alle richieste di Kiev arriva dalla Slovacchia che annuncia la consegna di quattro Mig 29 "che possono salvare molte vite e aiutare l'Ucraina a difendere il suo territorio e le sue infrastrutture dall'aggressione di Putin", dice il ministro della Difesa slovacco, Jaro Nad. La risposta di Mosca non si fa attendere.
La Russia parla di "passo distruttivo" che indica come "sulla questione ucraina i Paesi della Nato e dell'Ue continuano a intensificare il conflitto". Parole che arrivano dopo quelle, durissime, dell'ambasciatore russo negli Stati Uniti Anatoly Antonov. Il diplomatico di Mosca, in riferimento all'annunciata consegna di munizioni all'uranio impoverito all'Ucraina da parte del Regno Unito, parla di un Occidente che "ha deciso di portare l'umanità sull'orlo di un Armageddon nucleare".
A scaldare gli animi della Russia c'è anche la questione relativa al mandato di cattura nei confronti di Vladimir Putin emanato dalla Corte penale internazionale con il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, che paragona l'ipotesi dell'arresto del Cremlino a una "dichiarazione di guerra contro la Federazione Russa". Sul tema si smarca l'Ungheria. Budapest infatti precisa che, qualora Putin dovesse recarsi nel Paese, non sarebbe fermato perché "lo statuto della Corte penale internazionale non è stato promulgato in Ungheria".
Sul campo infine gli occhi restano puntati su Bakhmut dove Kiev si dice pronta "presto" alla controffensiva. "Le principali forze della Federazione russa in questa direzione sono i rappresentanti di Wagner - spiegano i militari ucraini - stanno perdendo forze in maniera significativa e presto approfitteremo di questa opportunità".
E proprio in merito a Wagner secondo alcune fonti citate da Bloomberg il fondatore, Yevgeny Prigozhin, si starebbe preparando a ridimensionare l'impegno del suo esercito privato in Ucraina. Una notizia seccamente smentita dallo stesso Prigozhin. "Fino a quando il nostro Paese ha bisogno di noi, combattiamo sul territorio dell'Ucraina", assicura.