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Xi Jinping a Mosca per Putin. E Medvedev minaccia: "Missile contro l'Aja"

Giada Oricchio
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Venti di pace o venti di guerra? Oggi è il grande giorno: il presidente cinese Xi Jinping è in trasferta a Mosca dove alle 14.30 incontrerà l’omologo russo Vladimir Putin. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha dichiarato all’agenzia di stampa Tass che “discuteranno del piano di pace cinese per l’Ucraina”. 

Le dichiarazioni ufficiali al termine del faccia a faccia diranno molto sul prosieguo dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e sul ruolo che il Dragone ha ritagliato per sé in questa drammatica fase storica. Gli USA e gli alleati europei attendono: il grande timore è che la Cina possa fornire non più pezzi, ma vere e proprie armi alla Russia (ipotesi finora smentita da Pechino). Chi invece non lavora per la diplomazia è sicuramente Dmitrij Medvedev.

Il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo in un post sul suo canale Telegram ha minacciato il Tribunale internazionale dell’Aia che ieri ha spiccato un mandato di cattura internazionale per  Putin con l’accusa di deportazione di bambini ucraini: “Signori, tutti camminano sotto Dio e missili. È del tutto possibile immaginare l'uso mirato di un Onyx ipersonico dal Mare del Nord da una nave russa al tribunale dell'Aia. E il tribunale è solo una miserabile organizzazione internazionale e non il popolo di un Paese della Nato. Pertanto, non inizieranno una guerra. Avranno paura. E nessuno se ne pentirà. Quindi guardate attentamente il cielo”.

In occasione del primo viaggio all’estero (in Russia dal 20 al 22 marzo) da quando è stato rieletto per il terzo mandato, Xi Jinping ha scritto un editoriale sulla Rossiyskaya Gazeta identico e speculare a quello di Vladimir Putin sul Quotidiano del Popolo cinese. Xi ha mandato diversi messaggi trasversali: “Nessun paese nell'arena globale ha il diritto di avere l'ultima parola nel determinare l'ordine mondiale esistente. La comunità internazionale ha capito che nessuna potenza globale è superiore a tutte le altre. La risoluzione del conflitto in Ucraina sarà possibile se le parti seguiranno le linee guida del concetto di sicurezza collettiva. L'interesse comune di tutta l'umanità è in un mondo unito e pacifico, piuttosto che diviso e instabile”. 

 Il numero uno di Pechino ha sottolineato l’imparzialità della Cina (a differenza di Putin e dei media della Repubblica Popolare cinese che incolpano Nato e Stati Uniti per la guerra) sulla crisi ucraina e ha ribadito che la proposta del suo governo “riflette visioni globali anche se le soluzioni non sono facili”.

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