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Nessuna immunità per Trump, i poliziotti feriti potranno fargli causa

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Ancora polemiche contro Donald Trump sul caso dell'assalto del 6 gennaio. L'ex presidente degli Stati Uniti può essere chiamato a rispondere di fronte a un tribunale delle azioni commesse dai suoi sostenitori durante l’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021. Così il dipartimento di Giustizia ha dato luce verde al ricorso presentato da due agenti della Capitol Police, sostenuti da 11 deputati democratici, che chiedono risarcimenti all’ex presidente per le ferite e i danni psicologici provocati dalla rivolta.

 

 

 

Trump ha sostenuto di essere protetto dal ricorso dall’immunità conferita ad un presidente nello svolgimento delle sue funzioni. Ma l’ufficio per le cause civili del dipartimento di Giustizia ha espresso un parere diverso, affermando che l’immunità dei presidenti, che interessa anche le «loro comunicazioni pubbliche, non comprende l’incitamento alla violenza privata». Nel ricorso si fa appello ad una legge, scritta subito dopo la Guerra Civile per far fronte alle violenze razziste del Ku Klux Klan, che permette di richiedere danni quando forza, minacce o intimidazioni vengono usate per impedire a pubblici funzionari di svolgere il proprio lavoro. A chiedere il parere degli esperti del dipartimento di Giustizia è stata una corte d’appello chiamata a decidere se Trump stava svolgendo la sua attività da presidente nell’incitare i suoi a «combattere come se foste all’inferno» poco prima dell’assalto al Congresso.

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