un anno di guerra
Ucraina, Zelensky: 2023 l'anno della vittoria. Dal G7 "sanzioni durissime" a chi aiuta la Russia
Un anno di guerra in Ucraina. Nell’anniversario dell’invasione russa il presidente Volodymyr Zelensky ripercorre quello che "è stato un anno di dolore, tristezza, fede e unità", ma «siamo rimasti invincibili". Il 2023, "se tutti faranno la loro parte", sarà "l’anno della nostra vittoria. Ne sono sicuro", ha detto il leader ucraino. "La cosa più orribile che ho visto è stata Bucha", ricorda, per poi lanciare un messaggio diretto alla Russia: "Rispettate il nostro diritto a vivere sulla nostra terra, lasciate il nostro territorio e smettetela di bombardarci".
Zelensky, forte della risoluzione approvata dall’Onu con il voto favorevole di 141 Paesi, sa di avere la maggioranza delle nazioni dalla sua parte. Fra queste tutte quelle del G7 che, al termine di un meeting virtuale, confermano il loro sostegno "incrollabile" a Kiev, ribadendo che la Russia deve "fermare l’aggressione in corso e ritirare immediatamente, completamente e incondizionatamente le sue truppe dall’intero territorio dell’Ucraina riconosciuto a livello internazionale". I ’sette grandi' rimarcano che non riconosceranno mai le regioni annesse e lanciano un avvertimento a tutti gli attori internazionali che cercano di "eludere o indebolire" le sanzioni nei confronti di Mosca. Il monito è quello di "cessare l’aiuto materiale alla guerra della Russia se non vogliono affrontare gravi costi" e "sanzioni durissime".
Sul fronte delle armi da fornire all’Ucraina, invece, l’Occidente sembra avere ancora delle linee rosse che non è pronto a valicare. La principale resta quella relativa agli aerei da combattimento. Il focus degli Stati Uniti al momento non è sulla fornitura di caccia F-16 all’Ucraina, rimarca il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale, John Kirby. Anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani conferma che l’invio di jet a Kiev "al momento non è all’ordine del giorno".
Dal Financial Times arriva invece un’indiscrezione sulla pianificazione dell’invasione dell’Ucraina da parte di Vladimir Putin. Secondo il quotidiano britannico, il presidente russo avrebbe preso la decisione con una cerchia molto ristretta di persone, che non comprende Sergey Lavrov. Il ministro degli Esteri sarebbe infatti stato avvertito soltanto da una telefonata nel cuore della notte, a poche ore dall’inizio dell'"operazione militare speciale". Il capo della diplomazia di Mosca avrebbe riferito ad alcuni funzionari del Cremlino che Putin "ha tre consiglieri: Ivan il Terribile, Pietro il grande, e Caterina la Grande".
Resta intanto alta l’attenzione sulla Moldavia. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, conferma le preoccupazioni dell’Alleanza in merito a un allargamento del conflitto a Chisinau e annuncia di voler rafforzare "le sue capacità di difesa". Mosca, dal canto suo, torna ad avvertire Kiev sulla Trasnistria, minacciando che "risponderà adeguatamente" a qualsiasi tipo di provocazione. Un’ipotesi smentita più volte tanto dal governo ucraino, che da quello moldavo.