GUERRA UCRAINA

Quando finirà la guerra in Ucraina, ora Zelensky detta le condizioni di pace

No alla cessione di territori ucraini ai russi in un eventuale accordo di pace e resta la linea che con Vladimir Putin non si tratta. Volodymyr Zelensky, in un'intervista rilasciata alla Bbc a pochi giorni dall'anniversario dell'invasione russa dell'Ucraina, il 24 febbraio del 2022, fissa le sue condizioni. Un compromesso territoriale no, perché "ci renderebbe più deboli come Stato" e significherebbe che la Russia potrebbe "continuare a tornare", dice. "Non si tratta del compromesso in sé", "perché dovremmo averne paura? Nella vita abbiamo milioni di compromessi ogni giorno", ma "la domanda è: con chi? Con Putin? No, perché non c'è fiducia. Dialogo con lui? No. Perché non c'è fiducia".

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Poi risponde al presidente bielorusso Alexander Lukashenko, che ha dichiarato che la Bielorussia sarebbe pronta a entrare in guerra "in un solo caso", cioè "se almeno un soldato" di Kiev "entrasse nel nostro territorio". "Spero che la Bielorussia non si unisca alla guerra. Se lo farà, combatteremo e sopravviveremo", ha detto Zelensky alla Bbc, aggiungendo che permettere alla Russia di usare la Bielorussia come punto di partenza per un nuovo attacco sarebbe un "enorme errore".

Le parole di Zelensky giungono in una giornata in cui si sono mossi diversi fili. In primo luogo l'avvio della visita in Europa del cinese Wang Yi, ex ministro degli Esteri e capo della commissione esteri del Partito comunista cinese, che si è prima recato in Francia ed è atteso in serata in Italia: Pechino è "disposta a lavorare con la comunità internazionale" per "esplorare una soluzione politica e raggiungere un cessate il fuoco il prima possibile", ha detto in un incontro con Emmanuel Macron. Wang parteciperà alla 59esima Conferenza sulla sicurezza di Monaco e si recherà anche in Russia. "Mi auguro che la Cina possa svolgere un ruolo importante per convincere la Russia a sedersi al tavolo della pace", ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Oltre al filo Cina, si è mosso anche un filo Israele: per la prima volta dall'inizio della guerra un rappresentante dello Stato ebraico si è recato a Kiev, il ministro degli Esteri Eli Cohen, che ha incontrato sia l'omologo Dmytro Kuleba, sia Zelensky. I due Paesi hanno concordato di rafforzare la cooperazione nel comune contrasto all'Iran, ha poi fatto sapere Cohen, senza fornire dettagli. Domani Putin incontrerà Lukashenko a Novo-Ogaryovo, vicino Mosca, e Lukashenko ha lanciato una proposta, dicendosi pronto a incontrare Joe Biden a Minsk, da solo o insieme a Putin. Intanto Biden il 3 marzo riceverà alla Casa Bianca il cancelliere tedesco Olaf Scholz: "A un anno dalla brutale invasione dell'Ucraina da parte della Russia, i leader discuteranno dei nostri sforzi per sostenere l'Ucraina, imporre alla Russia i costi della sua aggressione e rafforzare la sicurezza transatlantica", fa sapere la Casa Bianca.

Per Zelensky l'attesa offensiva russa di primavera è già iniziata: "gli attacchi russi stanno già avvenendo da diverse direzioni", afferma nell'intervista alla Bbc, pubblicata nel giorno in cui l'Ucraina ha denunciato il 15esimo massiccio attacco russo contro le sue infrastrutture critiche, dicendo di avere abbattuto 16 dei 32 missili lanciati. Zelensky assicura che gli ucraini possono resistere fino al lancio di una controffensiva, ma torna a chiedere maggiori aiuti militari all'Occidente, sottolineando che "le armi moderne accelerano la pace. Le armi sono l'unico linguaggio che la Russia comprende".

L'Europarlamento spinge sull'invio dei jet: ha approvato - con 444 voti favorevoli, 26 contrari e 37 astensioni - una risoluzione in cui sostengono la fornitura di aiuti militari all'Ucraina per tutto il tempo necessario e chiedono di prendere seriamente in considerazione la possibilità di fornire aerei da combattimento, elicotteri e adeguati sistemi missilistici occidentali e un sostanziale aumento delle consegne di munizioni a Kiev.

È filtrata intanto la bozza del testo che l'Assemblea generale dell'Onu dovrebbe votare alla vigilia dell'anniversario dell'invasione, la prossima settimana: la risoluzione chiede una cessazione delle ostilità e una pace che garantisca "sovranità, indipendenza, unità e integrità territoriale" dell'Ucraina e invita gli Stati membri dell'Onu e le organizzazioni internazionali a "raddoppiare il sostegno agli sforzi diplomatici" per raggiungere la pace.