Zelensky a Bruxelles insiste sui jet. Scintille tra Meloni e Macron
Il giorno di Zelensky a Bruxelles. La visita del presidente ucraino ha galvanizzato i vertici delle istituzioni europee, che lo attendevano da tempo, e innescato attriti tra i leader europei riuniti per il vertice straordinario. Zelensky è stato accolto con tutti gli onori del caso, prima a una seduta straordinaria del Parlamento europeo, animata da una standing ovation e da un momento di commozione del leader ucraino, e poi al Consiglio europeo, dove ha parlato all'inizio della sessione sull'Ucraina.
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A tenere banco è stato il pressing di Kiev per ricevere forniture di caccia da combattimento. Una richiesta che ha ricevuto subito l'endorsement della presidente dell'Eurocamera, Roberta Metsola, che ha invitato gli Stati membri a fornire missili a lungo raggio e i jet da combattimento. Secondo quanto riferito dal presidente ucraino, negli incontri di ieri a Londra e Parigi sarebbero state prese decisioni che vanno in quella direzione, ma che non possono essere rese pubbliche al momento. Vero è che per inviare i jet servono autorizzazioni di diversi paesi, non solo perché i componenti di armi così complesse riguardano più Stati, ma quanto meno perché è corretto avvertire gli alleati dello spostamento di armi destinate al singolo paese che le ha acquistate.
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Da quanto si apprende, nell'incontro con il leader ucraino la premier Giorgia Meloni avrebbe anche affrontato la questione, e va detto che l'Italia non si è mai opposta all'invio di armi da parte degli Stati membri. A destare il disappunto dell'inquilina di Palazzo Chigi è stato piuttosto l'incontro a Parigi che ha preceduto la visita a Bruxelles e che ha provocato un attacco al presidente Macron. L'invito a Zelensky da parte del presidente francese, assieme al cancelliere tedesco Olaf Scholz, è stato "inopportuno", secondo Meloni. "Ci sono dei momenti in cui privilegiare la propria opinione politica interna rischia di andare a discapito della causa" di mantenere l'unità, ha rimarcato la premier entrando al vertice Ue. "Non ho commenti da fare", è stata la risposta dell'inquilino dell'Eliseo, anche perché, ha sottolineato, "la Germania e la Francia hanno un ruolo particolare da otto anni su questa questione".
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Mercoledì palazzo Chigi aveva fatto trapelare la programmazione di un bilaterale Meloni-Zelensky a margine del Consiglio europeo. Poi, un allungamento dei tempi ha portato il leader ucraino a organizzare gli incontri coi capi di Stato e di governo a gruppi di sei. La premier, oltre alla riunione di gruppo, ha avuto un colloquio a due nell'intervallo tra un gruppo e un altro, in cui ha ribadito il sostegno dell'Italia e Zelensky ha ringraziato per quanto fatto finora. Nel colloquio tra le delegazioni si è anche discusso delle date del possibile viaggio di Meloni a Kiev, atteso prima dell'anniversario della guerra il 24 febbraio. Troppo poco spazio al terzo paese fondatore dell'Ue, escluso da parte dell'asse franco-tedesco. "Mi spiace che Francia e Germania pensino da sole di poter rappresentare l'Europa. Senza l'Italia non si va da nessuna parte", ha attaccato il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.