aiuti dalla russia
Terremoto in Turchia e Siria, sale il bilancio delle vittime
Sale a quasi 5mila vittime in Turchia e in Siria il bilancio dei morti del terremoto di magnitudo 7,8. Il sisma ha fatto crollare migliaia di edifici in un’ampia regione. I soccorritori sono alla ricerca dei sopravvissuti tra i grovigli di metallo e cemento sparsi nella regione in queste ore devastata dal terremoto e che è stata colpita dalla guerra civile siriana durata 12 anni e dalla crisi dei rifugiati. L’attività sismica ha continuato a scuotere la regione, inclusa un’altra scossa potente quasi quanto il terremoto iniziale. I soccorritori hanno rimosso le lastre di cemento e hanno raggiunto i corpi mentre le famiglie disperate aspettavano notizie dei propri cari. Decine di migliaia di persone sono rimaste senza casa in Turchia e Siria. Nella città turca di Gaziantep, capoluogo di provincia a circa 33 chilometri dall’epicentro, le persone si sono rifugiate in centri commerciali, stadi e moschee. Intanto gli aiuti internazionali alla Turchia stanno arrivando con le prime squadre di soccorritori, in particolare dalla Francia e dal Qatar. Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha promesso al suo omologo Recep Tayyip Erdogan «tutto l’aiuto necessario». Secondo il presidente turco, 45 Paesi hanno offerto il loro aiuto. In Siria, l’appello lanciato dalle autorità di Damasco è stato ascoltato soprattutto dall’alleato russo che ha promesso squadre di soccorso «nelle prossime ore» mentre più di 300 soldati russi sarebbero già sul posto per aiutare nei soccorsi. Anche l’Onu ha risposto ma ha insistito sul fatto che gli aiuti saranno forniti «a tutti i siriani in tutto il Paese». Alcune aree non sono sotto il controllo del governo. In queste aree controllate dai ribelli e confinanti con la Turchia, nella Siria nord-occidentale, sono morte almeno 700 persone.
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Approfittando del caos creato dal terremoto, circa 20 presunti combattenti dello Stato Islamico (Isis) sono fuggiti da una prigione militare a Rajo, controllata dai ribelli filo-turchi. Il bilancio su entrambi i lati del confine è in costante aumento e, data l’entità dei danni, si prevede che aumenterà con il proseguire delle ricerche. Solo in Turchia, le autorità hanno contato quasi cinquemila edifici crollati. Il drastico calo della temperatura espone i feriti intrappolati nelle rovine a un ulteriore rischio di ipotermia. La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato di aspettarsi il peggio e di temere «un numero di morti otto volte superiore ai numeri iniziali». Le autorità locali hanno aperto dormitori in palestre, scuole o persino moschee per ospitare i sopravvissuti. Ma, per paura di altri terremoti, molti abitanti hanno preferito restare all’aperto, come a Sanliurfa, nel sud-est della Turchia.