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Tutti contro il Brasile: ambientalisti inferociti per la portaerei affondata nell'Oceano

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Bufera in Brasile e ambientalisti sul piede di guerra. La marina brasiliana ha annunciato di avere affondata nell’Oceano atlantico una vecchia portaerei piena di amianto, vernici e altri rifiuti tossici, provocando le proteste delle organizzazioni ambientaliste. Il “naufragio pianificato e controllato è stato realizzato alla fine della giornata” di ieri, a circa 350 chilometri dalle coste brasiliane, in una zona in cui la profondità dell’Oceano è di circa 5 mila metri, secondo quanto riferisce un comunicato della marina. La contestata decisione è stata presa perché non c’erano alternative, visto “lo stato molto degradato di questa vecchia nave lunga 266 metri”, considerata un “pacco tossico di 30 mila tonnellate” dall’associazione Robin Hood. “Di fronte ai rischi che comporta rimorchiarla e a causa del deterioramento dello scafo, la sola soluzione è abbandonare la nave affondandola in modo controllato”, aveva spiegato la marina in un comunicato congiunto con il ministero della Difesa nei giorni scorsi.

 

 

Il pubblico ministero federale del Brasile ha cercato di fermare l’operazione con diversi ricorsi presso i tribunali, avvertendo sulle conseguenze per l’ambiente e ricordando che la portaerei contiene 9,6 tonnellate di amianto, 644 tonnellate di inchiostri e altri materiali pericolosi: il rischio, ha sottolineato, è di “gravi danni ambientali, soprattutto a causa del fatto che lo scafo è danneggiato”. Le Ong ambientaliste Greenpeave, Sea Shepherd e Basel Action Network hanno denunciato “una violazione di tre trattati internazionali”, sottolineando che questo naufragio causerà “danni incalcolabili con impatti sulla vita marina e le comunità costiere”. 

 

 

Pur definendola una soluzione “tragica”, il giudice del tribunale federale dello stato di Pernambouc, a Nord-Est del Paese, l’ha autorizzata ritenendola inevitabile, poiché lo stato dello scafo avrebbe presto provocato un naufragio spontaneo della nave, e il suo rimorchio avrebbe messo in pericolo il personale che lo avrebbe effettuato. La nave, costruita alla fine degli anni ’50 nel cantiere navale di Saint-Nazaire nell’Ovest della Francia, è stata per 37 anni al servizio della marina francese prima di essere acquistata nel 2000 dal Brasile. A causa della obsolescenza e dei problemi legati a un incendio avvenuto nel 2005, oltre che dei costi troppo elevati che avrebbe comportato una modernizzazione, Brasilia ha deciso di disfarsene. Acquistata da un cantiere turco per utilizzarne il metallo nel 2021, non trovando un porto dove accoglierla stava rinunciando quando il Brasile ha acconsentito a trasportarla fino al Mediterraneo. Ma le autorità ambientali turche hanno stabilito di non volerla ricevere quando si trovava già dalle parti dello Stretto di Gibilterra. A quel punto, è tornata indietro nonostante nel frattempo i danni allo scafo fossero peggiorati. Lo scorso 19 gennaio, il rimorchiatore olandese ALP Guard ingaggiato dal cantiere ha cominciato ad allontanarsi dalle coste brasiliane dopo diversi mesi al largo della regione del Pernambouc. È stato quindi richiesto l’intervento della marina che ha optato per l’affondamento programmato. Scatenando un putiferio.

 

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