Crosetto sotto attacco della Russia: l'accusa dell'ambasciatore a Roma
Guido Crosetto ancora nel mirino della Russia, con un attacco da più parti. L’ambasciatore a Roma, Sergey Razov, ha pubblicato oggi su Facebook una lunga lettera aperta indirizzata al ministro della Difesa, in cui mette in dubbio «la sincerità delle sue parole» sulla volontà di ‘non chiudere le porte ai russi’ e in cui fa un lungo elenco delle azioni «unilaterali» con cui l’Italia «ha ridotto le opportunità di dialogo tra i popoli» dei due Paesi. Già sabato Crosetto era stato citato in un post su Telegram dal vice presidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, che usa spesso insulti e attacchi scomposti, nel quale aveva definito il ministro «uno sciocco raro» per aver sostenuto che l’invio di tank a Kiev è un modo per evitare la Terza guerra mondiale.
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Ma oltre agli attacchi a Crosetto la propaganda russa era tornata nei giorni scorsi a mettere più volte nel mirino l’Italia. Il 20 gennaio scorso, mentre il ministro degli Esteri Antonio Tajani ribadiva «pieno sostegno» al suo collega Dmytro Kuleba, Mosca scatenava la sua macchina del fango contro il governo di Roma. «Un veicolo corazzato dell’esercito ucraino ’Iveco Lmv 4x4’ di fabbricazione italiana che è stato distrutto durante l’operazione militare speciale. La sorte dei mezzi militari trasferiti al regime di Kiev è prevedibile e poco invidiabile», scriveva in un post su Facebook l’ambasciata a Roma, pubblicando le immagini di un blindato distrutto.
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Stesso argomento, le armi che l’Italia ha fornito a Kiev, era stato trattato il giorno prima dalla stessa rappresentanza diplomatica in un altro post al cianuro in cui rivendicava la «cattura al nemico» di missili anticarro ’Milan’ di fabbricazione italiana. Armi, precisava, che ora «aiutano i difensori della Repubblica Popolare di Donetsk a combattere i neonazisti ucraini». Ma la tenaglia russa anti-italiana non si è fermata ai post sui social. Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, il 19 gennaio scorso, era stato protagonista di un’entrata a piedi uniti contro Roma. Uno scontro frontale senza sosta.