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Dopo l'Algeria è la volta della Libia, Meloni va a Tripoli: cosa c'è in ballo

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Dopo il viaggio in Algeria, dove ha lanciato il "nuovo piano Mattei" per l'Africa, Giorgia Meloni si appresta a volare in Libia. È prevista per sabato 28 gennaio la missione a Tripoli della premier insieme al vice e ministro degli Esteri Antonio Tajani e al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Sono due i dossier principali sul tavolo: energia e migranti.

 

La visita di sabato arriva a conclusione di una serie di missioni nell’area della presidente del Consiglio e dei due ministri, nell’ambito di quel Patto per il Mediterraneo con cui coinvolgere i Paesi più direttamente interessati alla stabilizzazione della Libia, fondamentale per arginare i flussi migratori ma anche per assicurare maggiori forniture di gas all’Italia e all’Europa, in alternativa a quelle dalla Russia. Non è un caso che sabato a Tripoli potrebbe essere firmato un accordo tra l’Eni e la compagnia libica Noc del valore di otto miliardi di dollari. Un altro tassello della strategia italiana di diversificazione, dopo gli accordi firmati lunedì dalla Meloni ad Algeri e la missione al Cairo di Tajani, che oggi ha annunciato l’arrivo nel 2023 dall’Egitto di tre miliardi di metri cubi di gas.

 

Lo stesso ministro degli Esteri, oggi nel corso di un question time alla Camera, ha ribadito che "la stabilizzazione della Libia è cruciale, è al centro dei nostri colloqui con tutti gli attori che sul quel paese esercitano un’influenza. Dobbiamo compiere ogni sforzo per consentire lo svolgimento delle elezioni entro il 2023 in linea con la mediazione delle Nazioni Unite che l’Italia sostiene convintamente", ha affermato il ministro degli Esteri, che nelle settimane scorse è stato anche in Turchia, ad Ankara, sponsor principale del governo di unità nazionale di Abdul Hamid Dbeibah.

 

La situazione in Libia, infatti, è ancora molto complicata. Il Paese continua ad essere spaccato in due, con due esecutivi, quello di Tripoli, riconosciuto dalla comunità internazionale, e quello guidato da Fathi Bashagha, premier nominato dalla Camera dei rappresentanti di Tobruk, vicino al generale Khalifa Haftar. E Bashagha è intervenuto sulla prossima visita della Meloni con un comunicato, nel quale si è detto "sorpreso" per la missione a Tripoli e gli incontri con "un governo il cui mandato è scaduto" e che dunque non avrebbe più alcuna legittimità. Il rappresentante dell’est ha parlato di un accordo "misterioso" nel settore petrolifero tra Eni e la Noc, avvertendo che "lo Stato libico non si atterrà ad alcun accordo dallo scopo ed esito sospetto", minacciando che "ricorrerà alla magistratura"

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