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Messico, i narcos scatenano la violenza dopo l'arresto del figlio del Chapo: 29 morti

In Messico esplode la furia dei narcos dopo l'arresto di Ovidio Guzman Lopez, il figlio del leader del cartello di Sinaloa, Joaquin 'El Chapo' Guzman, in carcere negli Usa. I primi ad essere uccisi sono stati tre agenti delle forze di sicurezza, subito dopo l’inizio della guerriglia nella città di Culiacan. Le autorità hanno stabilito la chiusura dell'aeroporto e il divieto di uscire da casa per tutta la popolazione. Diversi aerei militari sono inoltre arrivati all'aeroporto di Culiacan, da dove sono partiti colpi di arma da fuoco dei narcotrafficanti che hanno colpito un velivolo in volo. La cattura del figlio di El Chapo, trasferito in una prigione di massima sicurezza a Città del Messico, è andata in scena a pochi giorni dall'arrivo nel Paese di Joe Biden che lunedì prossimo visiterà il confine di El Paso, in Texas, uno dei principali varchi della droga del cartello verso gli Stati Uniti. Ma sono addirittura 29 i morti dopo la prima fase di scontri.

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