l'analisi dell'esperto

Carlo III, primo discorso di Natale. L'esperto reale: "La grande differenza con Elisabetta"

Il primo discorso di Natale di Re Carlo III nel solco della tradizione ma anche con segnali in controtendenza con la madre. Il sovrano ha aperto con un omaggio alla regina Elisabetta II morta lo scorso 8 settembre, il suo primo discorso di Natale alla nazione. "Sono qui, nella splendida Cappella di San Giorgio del Castello di Windsor, vicino al luogo in cui la mia amata madre, la defunta Regina, riposa insieme al mio caro padre. Mi tornano in mente le lettere, i biglietti e i messaggi profondamente toccanti che tanti di voi hanno inviato a me e a mia moglie e non potrò mai ringraziarvi abbastanza per l’amore e la simpatia che avete dimostrato a tutta la nostra famiglia. Il Natale è un momento particolarmente toccante per tutti coloro che hanno perso i propri cari", ha detto Carlo all’inizio del suo messaggio.

 

  

"Sentiamo la loro assenza in ogni momento familiare della stagione e li ricordiamo in ogni tradizione cara", ha detto ancora il monarca riferendosi alle persone care scomparse. E ancora: "Nella tanto amata canzone ’O Little Town Of Bethlehem’ cantiamo di come ’nelle tue strade buie risplende la luce eterna'. La fede di mia madre nel potere di quella luce era una parte essenziale della sua fede in Dio, ma anche della sua fede nelle persone ed è una fede che condivido con tutto il cuore. È una fede nella straordinaria capacità di ogni persona di toccare, con bontà e compassione, la vita degli altri e di illuminare il mondo circostante. Questa è l’essenza della nostra comunità e il fondamento stesso della nostra società".

 

 Carlo III, nel suo primo discorso di Natale da re, ha reso omaggio alla "dedizione disinteressata delle nostre forze armate e dei servizi di emergenza che lavorano instancabilmente per tenerci tutti al sicuro", e agli "operatori sanitari e sociali, nei nostri insegnanti e tutti coloro che lavorano nel servizio pubblico, la cui competenza e impegno sono al centro delle nostre comunità". "Desidero in particolare rendere omaggio a tutte quelle persone meravigliosamente gentili che così generosamente donano cibo o denaro, o il bene più prezioso di tutti, il loro tempo, per sostenere coloro che li circondano nelle necessità più grandi, insieme alle numerose organizzazioni di beneficenza che fanno un lavoro straordinario nelle circostanze più difficili", ha aggiunto il monarca. 

A commentare il discorso di ICarloII per RaiNews 24 c'è Vittorio Sabbadin, giornalista e scrittore, profondo conoscitore delle cose reali britanniche. Quello del re è stato un discorso nel segno della madre Elisabetta, "come lei ha ringraziato i dipendenti pubblici per il grande sforzo nel Covid, mentre in Uk si registrano grandi scioperi" ricorda Sabbadin. Secondo l'esperto Carlo ha manifestato intenzione di chiarire che la sensibilità della madre per i dipendenti pubblici è anche la sua. 

 

Su come ha affrontato il tema della fede, lo scrittore spiega che Carlo come sovrano "è anche capo della chiesa di inghilterra, ma non ha mai nascosto una visione personale della fede in difesa di tutte le confessioni religiose, molto aperta rispetto alla madre". Il discorso è avvenuto nella Cappella di San Giorgio. Carlo ha parlato "in piedi come omaggio ai genitori di totale dedizione". "Elisabetta parlava sempre da seduta con alle spalle fotografie, sempre con riferimenti particolari", spiega Sabbadin. Messaggi nascosti sono stati colti nel passato, ad esempio riguardo al principe Andrea travolto dagli scandali o alla "fuga" di Harry e Meghan. "Carlo ha rinunciato a questo tipo di comunicazione in cui i tabloid speculavano per giorni", spiega Sabbadin. 

 Carlo III, per inciso, ha nominato William e Kate, riferendo di una visita in Galles del principe di Galles ed erede al trono insieme alla moglie durante la quale hanno messo in luce "esempi pratici dello spirito di comunità". Ma nessun cenno a Harry e Meghan.