Ucraina, il governo potrebbe desecretare la lista di armi inviate a Kiev
Il governo italiano potrebbe anche decidere di non secretare la lista di armi fornite a Kiev per difendersi dall'attacco della Russia. Ad annunciarlo è il ministro della Difesa Guido Crosetto, nel corso della festa «Dieci anni di amore per l'Italia» per il decennale di FdI in corso a Roma a piazza del Popolo. «Noi ci siamo lasciati aperti la possibilità di mantenere segreta la lista di un eventuale altro invio di aiuti, anche militari, all'Ucraina, ma questo non significa che poi la decisione del governo potrebbe essere un'altra», spiega Crosetto, che sull'invio di armi all'Ucraina aggiunge: «Gli aiuti militari li ha decisi il precedente governo con il voto del M5S. Quelli che ci dicono guerrafondai ora si oppongono ad atti che hanno votato loro. Anche il Copasir rappresenta un passaggio parlamentare». Quanto al processo di pace, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ritiene la Cina «il Paese che può influire di più sulle decisioni russe. Poi c'è la Turchia e poi ci sono gli Usa. Non ci sono grandi segnali da parte della Russia, però qualche piccolo segnale di disponibilità è partito da Mosca. Se la Cina decidesse di fare pressioni forti, a Mosca qualche riflessione la farebbero».
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Intanto l'Unione europea approva il nono pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia in seguito alla guerra in Ucraina. «La Russia sta deliberatamente prendendo di mira i civili e le infrastrutture civili, cercando di paralizzare il paese all'inizio dell'inverno», si legge in una nota della Ue. «Il pacchetto si aggiunge al divieto totale di importazione da parte dell'Ue del greggio russo trasportato via mare e al tetto massimo globale del prezzo del petrolio concordato con i partner del G7, entrambi in vigore dal 5 dicembre. Le sanzioni dell'Ue si stanno dimostrando efficaci: stanno danneggiando la capacità della Russia di fabbricare nuove armi e riparare quelle esistenti, oltre a ostacolare il suo trasporto di materiale. L'Ue continua a garantire che le sue sanzioni non incidano sulle esportazioni di energia e prodotti agroalimentari dalla Russia verso paesi terzi». Il nono pacchetto di sanzioni «si concentra su tecnologia, finanza e media per spingere ulteriormente l'economia e la macchina da guerra russa fuori dai binari. Sanziona quasi 200 persone ed entità coinvolte in attacchi a civili e rapimenti di bambini», dice la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Layen.
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Intanto la guerra non si ferma. Ieri nuovo massiccio attacco russo: 76 i missili sull'Ucraina, 60 quelli distrutti, colpite diverse città tra cui Kiev e Kherson. Diverse le vittime civili. L'attacco ha danneggiato 9 centrali elettriche e provocato black-out in tutto il Paese, con il governo ucraino che ha dichiarato lo stato di emergenza. Gli Usa annunciano un nuovo invio di armi all'Ucraina, soprattutto di difesa aerea. La Casa Bianca ritiene Putin «determinato a proseguire la guerra» e spiega che «non c'è alcuna indicazione» che faccia ritenere che il presidente russo possa avviare un negoziato di pace. La Casa Bianca informa poi il Congresso Usa che la riconquista della Crimea «è possibile». «La Crimea è Ucraina» e spetta alle forze ucraine «decidere come condurre le operazioni all'interno del loro Paese», spiega il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale Usa, John Kirby.
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