Armi all'Ucraina, Crosetto spegne le polemiche: "Aiuti secretati come in passato"
Quando il governo deciderà di predisporre un sesto pacchetto di aiuti militari all'Ucraina userà la stessa procedura usata dal precedente governo. Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, durante le comunicazioni in Aula al Senato sulla proroga dell'invio di armi all'Ucraina.
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"Il Governo uscente ha deciso di secretare il contenuto dei decreti sugli aiuti militari e la natura classificata di quei decreti ha imposto di coinvolgere e relazionare le forze parlamentari attraverso il Copasir. Quando il governo deciderà di predisporre un sesto pacchetto di aiuti militari, sulla base delle esigenze manifestate dalla nostra controparte ucraina, seguirà la stessa procedura. Quindi se ci sarà questa esigenza e sempre che verrà confermato l'indirizzo parlamentare, relazionerò il Copasir sui contenuti dell'eventuale cessione" ha spiegato il ministro spegnendo così le polemiche sul tema. "Nelle scorse settimane vi sono state inutili ed incomprensibili polemiche mediatiche su ipotetici invii di armi, fantomatici riferimenti a un sesto decreto, richiami a una presunta postura guerrafondaia del governo o del ministro" ha tuonato Crosetto.
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"Sono polemiche che mi sono sembrate create ad arte per costruire un racconto che voleva rappresentare un governo intento tutto il giorno a mandare armi all'insaputa del Parlamento, come se fosse possibile, e chissà a che costi. Per fortuna i governi agiscono per atti formali, non di soppiatto, e quindi mi è stato facile affermare, senza alcuna possibilità di smentita, che il governo e il ministro della Difesa non hanno fatto altro, in questi due mesi, su questo tema, che dare attuazione alle scelte precedenti, ai famosi cinque decreti approvati dal governo Draghi e quindi ereditati, come impegni, dal governo Meloni". Poi le conclusioni: "Non è stato piacevole sentirsi attaccare da chi aveva contribuito ad approvare quella linea e quei decreti, da chi aveva sostenuto quel governo, da chi in quel governo esprimeva ministri, per il solo fatto di aver proseguito le loro decisioni" ha concluso il ministro.