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Cina e Russia a braccetto sulla Luna: accordo per la costruzione di una stazione spaziale

Alessio Buzzelli
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La collaborazione strategica tra Russia e Cina si allarga sempre di più, fino ad arrivare allo spazio profondo. È notizia di ieri la volontà dei due stati di firmare a breve uno storico accordo intergovernativo che porterà alla costruzione di una stazione spaziale sulla Luna, la prima in assoluto nata da una sinergia tra Mosca e Pechino. Una novità, quella annunciata ieri dal primo ministro russo Mikhail Mishustin durante un incontro in videoconferenza con il premier cinese Li Keqiang, dall'alto valore simbolico: grazie all'inedita collaborazione sino-russo, la riconfigurazione geopolitica del mondo in senso multipolare, già in atto da ormai diversi anni, è pronta ad estendersi anche agli equilibri spaziali, non meno importanti di quelli terreni. Così lo scacchiere internazionale della volta celeste, dopo oltre trent'anni di relativa stabilità, torna improvvisamente a mutare, dando il via a quella che secondo molti analisti si prefigura già come una nuova «corsa allo spazio». Le similitudini con la vecchia, spietata competizione che ha visto per oltre 40 anni USA e URSS sfidarsi per l'egemonia dello spazio, d'altra parte, sono più che evidenti, riflesso inevitabile degli sconvolgimenti geopolitici in atto ormai da diversi mesi. A partire proprio dalla contrapposizione di due blocchi alternativi - portatori di sistemi politici alternativi e di alternative visioni del mondo -, pronti a contendersi la supremazia sul mondo al fine di allargare quanto più possibile le relative sfere di influenza.

 

 

Una sorta di nuova Guerra Fredda, anche spaziale, in cui, però, le potenze sfidanti non sono più due soltanto: se da una parte della cortina ci sono sempre gli Stati Uniti con i suoi storici alleati, dall'altra, invece, gli attori oggi sono molteplici, come l'accordo sino-russo sulla stazione lunare dimostra plasticamente. Gli equilibri, insomma, stanno cambiando, fatalmente diretti verso uno scenario che nel futuro prossimo vedrà gruppi di Nazioni associarsi in alleanze fino ad oggi difficili anche solo da immaginare e in sinergie inedite costruite intorno ai recenti eventi internazionali, primo tra tutti la guerra russo-ucraina. In questo senso, il recente accordo tra Mosca e Pechino è quantomai emblematico: dopo l'invasione della Russia ai danni dell'Ucraina, i due Paesi si sono avvicinati molto nel reciproco interesse come mai accaduto prima, divenendo se non proprio alleati, certamente dei partner strategici, non solo sul piano economico. Non a caso, Mikhail Mishustin ha commentato l'imminente firma dell'intesa con queste parole: «I nostri Paesi hanno approcci coincidenti a molti problemi del nostro tempo. - ha dichiarato il primo ministro russo alla Tass - Insieme sosteniamo la formazione di un'architettura multipolare delle relazioni internazionali, e siamo pronti ad affrontare insieme le sfide emergenti e le crescenti pressioni esterne».

 

 

Parole che lasciano pochi dubbi su quale sia l'obiettivo geopolitico principale dei due stati: la riconfigurazione multipolare degli equilibri mondiali in chiave, inevitabilmente, anti-USA. E all'interno di questa strategia, la nuova corsa allo spazio non fa certo eccezione, considerato che la prima conseguenza di tali nuovi accordi è anche la più evidente: la possibilità che l'egemonia americana dei cieli possa di nuovo essere messa in discussione, così come già accaduto tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e il crollo dell'Unione Sovietica. Questa volta, però, con una superpotenza in più in gioco, ovvero la Cina, la quale a sua volta potrebbe farsi portavoce di tutta una serie di altri Paesi così detti «non allineati», dall'India al Brasile fino agli stati arabi. Un nuovo ordine mondiale si sta dunque profilando all'orizzonte e la famosa «fine della storia» - intesa come vittoria definitiva dell'impero americano, dichiarata forse con troppa fretta l'indomani del crollo dell'URSS - potrebbe essere ben lungi dal verificarsi. Sulla terra come nei cieli.

 

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