il caso del ministro morto

Putin "ha ordinato l'omicidio". Report clamoroso: messaggio a Lukaschenko

Un segnale che non può essere ignorato. L'assassinio del ministro degli Affari Esteri della Bielorussia Vladimir Makei sarebbe stato "pianificato, preparato e attuato su iniziativa personale" del presidente russo Vladimir Putin. Ad fermarlo è un retroscena del canale Telegram General Svr, gestito da un sedicente ex pezzo grosso dell'Intelligence di Mosca. Il "movente"? Un messaggio al presidente bielorusso Alexander Lukashenko che avrebbe delegato al ministro morto in circostanze misteriose una trattativa per staccarsi dall'asse con Putin e avvicinarsi all'Occidente e, parallelamente, alla Cina. 

 

  

Un atto d'accusa clamoroso secondo il quale il segretario del Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa Nikolai Patrushev avrebbe agito come "curatore dell'attuazione dell'omicidio". Del quale lo stesso Lukashenko sarebbe stato a conoscenza perché "l'azione era dimostrativa e mirava a interrompere i negoziati separati di Lukashenko con l'Occidente e la Cina".

Secondo il retroscena Makei agiva sotto la pressione del presidente che gli aveva chiesto di "negoziare con gli Stati Uniti e i Paesi europei per ammorbidire le posizioni nei confronti della Repubblica di Bielorussia". L'obiettivo di Minsk era avvicinarsi all'Occidente cercando "un percorso di sviluppo democratico", provando "allo stesso tempo garanzie di integrità territoriale e protezione dalla Cina, pur mantenendo stretti rapporti con la Russia". Le prime trattative sarebbero andate a buon fine, con Makei che a nome di Lukashenko avrebbe promesso che "tutti i prigionieri politici sarebbero stati espulsi in Europa in cambio di un ammorbidimento delle posizioni su una serie di questioni".

 

Le notizie sarebbero arrivate a Putin che averebbe deciso di "porre fine ai negoziati separati di Lukashenka, eliminando il principale negoziatore". "Dopo la notizia della morte di Makei, a Lukashenko è stato detto a chiare lettere che in futuro era necessario agire esclusivamente con il rafforzamento dello Stato dell'Unione e senza negoziati alle spalle del Cremlino", si legge nel retroscena dal quale emerge un ulteriore, possibile sviluppo della vicenda: "Putin non può avere la certezza al 100% che l'operazione di liquidazione sia riuscita e che Makei sia davvero morto".