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Guerra in Ucraina, Kiev non si fida del ritiro russo da Kherson

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Mosca annuncia il ritiro dalla città chiave di Kherson ma Kiev invita alla prudenza. La leadership politica e militare ucraina ha infatti sottolineato a più riprese che al momento i movimenti delle truppe russe rimangono poco chiari e che potrebbe essere controproducente «cantare vittoria» fino a quando non sarà definito un quadro più completo della situazione sul campo.

Un concetto ribadito nel consueto messaggio alla nazione anche dal presidente Volodymyr Zelensky, il quale ha esortato tutti alla moderazione nonostante l’evidente «entusiasmo mediatico» avvertendo che «il nemico non fa regali, non compie gesti di buona volontà. Bisognerà combattere per avanzare e, quando combatti, devi capire che ogni passo incontrerà la resistenza del nemico e porterà sempre alla perdita della vita dei nostri eroi. Pertanto dobbiamo agire con molta attenzione, senza emozioni, senza rischi inutili. Nell’interesse della liberazione di tutta la nostra terra e in modo che le perdite siano il più ridotte possibile».

 

 

 

 

Per Mykhailo Podolyak, braccio destro del presidente «fino a quando la bandiera ucraina non sventolerà su Kherson, non ha senso parlare di un ritiro russo. Non vediamo segni che la Russia intenda abbandonare Kherson senza combattere». Gli fa eco Oleksiy Arestovych, sempre dell’ufficio presidenziale, per il quale le intenzioni di Mosca sono rimaste poco chiare. «Si stanno spostando sull’altra riva del Dnepr ma non come accadrebbe se si trattasse di un ritiro completo o di un raggruppamento, e per il momento, non conosciamo le loro intenzioni: si impegneranno a combattere con noi e cercheranno di tenere la città di Kherson? Di certo, si stanno muovendo molto lentamente».

 

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