Midterm Usa, Biden sfavorito e Kamala Harris si sfila: che succede alla Casa Bianca
Joe Biden rischia di perdere le elezioni di metà mandato e paventa il rischio di implosione della democrazia americana. Fanno sempre così a sinistra: quando sono in svantaggio terrorizzano l’elettorato. O forse davvero pensano che se non vincono loro è la fine del mondo. Martedì prossimo si vota per il rinnovo di Camera e Senato negli Stati Uniti e il Presidente, per la sua dichiarazione solenne di democrazia a rischio se dovessero vincere i repubblicani, ha scelto un luogo simbolico: Union Station a Washington, a pochi passi dalla sede del Congresso Usa che il 6 gennaio 2021 fu messo a ferro e fuoco, si pensa, dai sostenitori di Donald Trump colpevole di non aver riconosciuto subito la vittoria di Biden. Ma il punto del discorso è un altro, e lo ha sintetizzato in un tweet il leader della minoranza repubblicana alla Camera dei Rappresentanti, Kevin McCarthy: Biden parla di rischio democratico perché non ha altri argomenti. Sulla politica economica, che è ciò che sta più a cuore ai cittadini americani, ha fallito. Eppure i suoi consiglieri lo avevano avvisato: «Presidente, di economia in campagna elettorale bisogna pur parlare!». Ma l’inquilino della Casa Bianca tira dritto per la sua strada. Una strategia perdente come quella di Enrico Letta in Italia che a furia di parlare di rischio fascismo in caso di vittoria di Giorgia Meloni ha perso di vista i veri problemi degli italiani che lo hanno quindi bocciato alle urne. La retorica della sinistra non paga, in termini di consensi, da nessuna parte.
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Per le elezioni di martedì negli USA la maggioranza nella Camera bassa, quella dei Rappresentanti, è data quasi certamente e con un ampio margine ai repubblicani e quella nella Camera alta, il Senato, è in bilico. Non un buon segnale per un Presidente espressione dei democratici. D’altronde il vantaggio al Senato non c’era neanche dopo le elezioni del 2020, con 50 Senatori repubblicani e 50 democratici e il voto della Vice Presidente Kamala Harris determinante, proprio per il risultato poco chiaro del voto. Quanto a Trump, nello stesso discorso in cui si è mostrato preoccupato per le sorti della democrazia americana, Biden ha accusato il suo predecessore di alimentare la violenza politica e intimidire gli elettori spianando la strada al caos. E che «non si può amare il proprio Paese solo quando si vince». Ma non sono proprio loro, i democratici, negli Usa e non solo, ad avere questo atteggiamento? Biden si rivolge a Trump ma forse parla di se stesso, terrorizzato di diventare, fra meno di una settimana, un’anatra zoppa.
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E se il Presidente paventa la fine della democrazia per racimolare consenso, la sua Vice, Kamala Harris, ha impostato tutta la campagna elettorale su aborto, diritti civili e altre tematiche care alle varie minoranze etniche presenti negli Stati Uniti. Anche su questi argomenti, e nello sbagliare le campagne elettorali puntando su temi considerati invece marginali dagli elettori, la sinistra è davvero uguale in tutto il mondo. Ma quello che più ha colpito delle dichiarazioni pubbliche della Harris è che il suo linguaggio è molto diverso da quello di Biden, anche nell’attaccare Trump e i suoi elettori, come se volesse prendere le distanze dal Presidente e rilanciare la propria immagine in vista delle elezioni del 2024. Le aspettative su Kamala Harris negli Usa e nel mondo erano altissime e in due anni lei ha saputo deluderle tutte, ora vuole utilizzare la seconda metà del mandato per far dimenticare i fallimenti e convincere l’establishment del suo partito e soprattutto gli elettori a puntare nuovamente su di lei. Un nemico in casa per il Presidente. Già Biden era debole di suo, con un Congresso a maggioranza repubblicana in entrambi i rami del Parlamento e con la sua Vice che gli rema contro sarà dura governare un Paese importante come gli Stati Uniti per altri due anni.
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