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Midterm Usa, Biden sfavorito e Kamala Harris si sfila: che succede alla Casa Bianca

Paola Tommasi
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Joe Biden rischia di perdere le elezioni di metà mandato e paventa il rischio di implosione della democrazia americana. Fanno sempre così a sinistra: quando sono in svantaggio terrorizzano l’elettorato. O forse davvero pensano che se non vincono loro è la fine del mondo. Martedì prossimo si vota per il rinnovo di Camera e Senato negli Stati Uniti e il Presidente, per la sua dichiarazione solenne di democrazia a rischio se dovessero vincere i repubblicani, ha scelto un luogo simbolico: Union Station a Washington, a pochi passi dalla sede del Congresso Usa che il 6 gennaio 2021 fu messo a ferro e fuoco, si pensa, dai sostenitori di Donald Trump colpevole di non aver riconosciuto subito la vittoria di Biden. Ma il punto del discorso è un altro, e lo ha sintetizzato in un tweet il leader della minoranza repubblicana alla Camera dei Rappresentanti, Kevin McCarthy: Biden parla di rischio democratico perché non ha altri argomenti. Sulla politica economica, che è ciò che sta più a cuore ai cittadini americani, ha fallito. Eppure i suoi consiglieri lo avevano avvisato: «Presidente, di economia in campagna elettorale bisogna pur parlare!». Ma l’inquilino della Casa Bianca tira dritto per la sua strada. Una strategia perdente come quella di Enrico Letta in Italia che a furia di parlare di rischio fascismo in caso di vittoria di Giorgia Meloni ha perso di vista i veri problemi degli italiani che lo hanno quindi bocciato alle urne. La retorica della sinistra non paga, in termini di consensi, da nessuna parte.

 

 

Per le elezioni di martedì negli USA la maggioranza nella Camera bassa, quella dei Rappresentanti, è data quasi certamente e con un ampio margine ai repubblicani e quella nella Camera alta, il Senato, è in bilico. Non un buon segnale per un Presidente espressione dei democratici. D’altronde il vantaggio al Senato non c’era neanche dopo le elezioni del 2020, con 50 Senatori repubblicani e 50 democratici e il voto della Vice Presidente Kamala Harris determinante, proprio per il risultato poco chiaro del voto. Quanto a Trump, nello stesso discorso in cui si è mostrato preoccupato per le sorti della democrazia americana, Biden ha accusato il suo predecessore di alimentare la violenza politica e intimidire gli elettori spianando la strada al caos. E che «non si può amare il proprio Paese solo quando si vince». Ma non sono proprio loro, i democratici, negli Usa e non solo, ad avere questo atteggiamento? Biden si rivolge a Trump ma forse parla di se stesso, terrorizzato di diventare, fra meno di una settimana, un’anatra zoppa.

 

 

E se il Presidente paventa la fine della democrazia per racimolare consenso, la sua Vice, Kamala Harris, ha impostato tutta la campagna elettorale su aborto, diritti civili e altre tematiche care alle varie minoranze etniche presenti negli Stati Uniti. Anche su questi argomenti, e nello sbagliare le campagne elettorali puntando su temi considerati invece marginali dagli elettori, la sinistra è davvero uguale in tutto il mondo. Ma quello che più ha colpito delle dichiarazioni pubbliche della Harris è che il suo linguaggio è molto diverso da quello di Biden, anche nell’attaccare Trump e i suoi elettori, come se volesse prendere le distanze dal Presidente e rilanciare la propria immagine in vista delle elezioni del 2024. Le aspettative su Kamala Harris negli Usa e nel mondo erano altissime e in due anni lei ha saputo deluderle tutte, ora vuole utilizzare la seconda metà del mandato per far dimenticare i fallimenti e convincere l’establishment del suo partito e soprattutto gli elettori a puntare nuovamente su di lei. Un nemico in casa per il Presidente. Già Biden era debole di suo, con un Congresso a maggioranza repubblicana in entrambi i rami del Parlamento e con la sua Vice che gli rema contro sarà dura governare un Paese importante come gli Stati Uniti per altri due anni.

 

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