guerra e crisi

Ucraina, la Russia sospende l'accordo sul grano. Nuovo tsunami dei prezzi?

Il raid contro le navi russe in Crimea provoca un effetto domino che rischia di abbattersi sull'economia europea. Dopo l’attacco definito "terroristico" a Sebastopoli contro le navi della flotta russa del Mar Nero, il governo di Mosca sospende "a tempo indeterminato" la partecipazione all’accordo sul grano. Tra le motivazioni del ministero russo della Difesa c'è anche il fatto che l’attacco dinanzi le acque di Sebastopoli ha interessato anche le navi che si occupano di garantire la sicurezza del corridoio del grano.

 

  

Il ministero degli Esteri russo ha spiegato che Mosca ha sospeso "a partire da oggi e a tempo indeterminato" l’accordo. "A causa delle azioni di Kiev, che dietro la copertura dei corridoi per l’export di grano ha lanciato massicci attacchi aerei e marittimi utilizzando droni contro navi e infrastrutture della Flotta russa del Mar Nero", prosegue la nota, "la Russia non può più garantire la sicurezza delle navi civili che partecipano" all’intesa. L’accordo per l’export dei prodotti agricoli dal Mar Nero, concluso a luglio sotto l’egida dell’Onu e della Turchia, aveva consentito l’esportazione di diversi milioni di tonnellate di grano bloccato nei porti ucraini dall’inizio del conflitto a febbraio. Il blocco aveva causato l’impennata dei prezzi dei generi alimentari, suscitando timori di una carestia.

 

La mossa segue le parole del  presidente russo Vladimir Putin che aveva intensificato le critiche all’accordo nelle ultime settimane, sottolineando che le esportazioni dalla Russia stavano soffrendo a causa delle sanzioni. Intanto, mentre Mosca accusa la Gran Bretagna delle esplosioni sulle navi con i droni a Sebastopoli, con Londra che parla di "falsità", le Nazioni Unite sono in contatto con le autorità russe per lo stop sul grano. L’Onu esorta le parti ad astenersi da qualsiasi azione che possa minacciare l’accordo "che è uno sforzo umanitario fondamentale che sta chiaramente avendo un impatto positivo sull’accesso al cibo per milioni di persone in tutto il mondo", ha affermato il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric.