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Von der Leyen: in Ucraina combattiamo per il futuro del mondo

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In Ucraina impazza lo scontro tra Russia e Occidente. Nelle ultime settimane il duello militare ha vissuto una vera e propria escalation. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha preso la parola durante la Conferenza degli ambasciatori e ha chiarito che l'Europa dovrà difendere l'Ucraina fino alla fine del conflitto perché in ballo non ci sono soltanto Donbass e Crimea ma gli interi equilibri mondiali. «La guerra in Ucraina sarà decisa in primo luogo dai coraggiosi combattenti ucraini a Kherson, a Kharkiv e lungo tutta la linea del fronte. Ma anche dalla nostra risposta globale all’aggressione della Russia. Abbiamo bisogno che tutti i Continenti si sollevino a difesa dell’ordine basato sulle regole. Perché l’ordine basato sulle regole appartiene a tutte le nazioni del mondo. La guerra in Ucraina non è solo una guerra europea. È una guerra per il futuro del mondo intero. Quindi l’orizzonte dell’Europa non può che essere il mondo intero».

 

 

 

Le prospettive per il futuro chiamano in causa direttamente la corsa alle risorse energetiche. «Il litio o i metalli delle terre rare sono vitali per la nostra transizione verde e digitale - ha proseguito von der Leyen - Nessuna turbina eolica, nessun pannello solare senza queste materie prime. La domanda aumenterà esponenzialmente. Questa è una buona notizia perché dimostra che la transizione verde sta procedendo. La cattiva notizia è che un Paese domina il mercato globale. Questa è la Cina. Inoltre, queste risorse dovrebbero essere sempre estratte in modo responsabile, sia per l’ambiente che per le comunità locali. Quindi parte della soluzione è rafforzare la nostra cooperazione con partner che la pensano allo stesso modo come il Canada, come il Cile o come l’Australia».

La presidente della Commissione europea ha anche parlato delle conseguenze del conflitto sugli approvvigionamenti alimentari. «Milioni di persone in Medio Oriente e Nord Africa stanno ora affrontando le conseguenze della guerra di Putin sui raccolti ucraini. È per affrontare questa crisi, che abbiamo creato corsie di solidarietà per le esportazioni ucraine. Oltre 10 milioni di tonnellate di grano, semi oleosi e altri prodotti ucraini sono già stati esportati attraverso le nostre corsie di solidarietà. Oggi, oltre il 60% delle esportazioni alimentari dell’Ucraina dipende dalle corsie. E il 30% delle esportazioni di grano dell’Ucraina andranno nei Paesi a basso e medio reddito dell’Africa, Medio Oriente e Asia. Quindi mettiamo le cose in chiaro: Putin ha creato la crisi alimentare. Ed è l’Europa, che sta lavorando per risolverla». 

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