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Russia, nella Duma puntano il dito su Putin: "Basta bugie sulla guerra"
In Russia crescono le voci del dissenso interno a Vladimir Putin mentre gli ucraini avanzano verso le zone annesse unilateralmente da Mosca e costringono il Cremlino a mischiare le carte della guerra. Uno dei falchi che spingono per l0uso di armi nucleari tattiche, il leader ceceno Ramzan Kadyrov, è stato promosso ieri al grado di colonnello generale dell'esercito russo. Una mossa che vuole contrastare i successi ucraini nel nord-est e sud con la regione di Lugansk che potrebbe a breve passare nelle mani di Kiev.
I motivi di preoccupazione nono numerosi e si intrecciano. Difficile prevedere cosa succederebbe se l'esercito di Volodymyr Zelensky rientrasse in territori ora considerati Russia da parte di Mosca che, come ricorda il Giornale, ha inserto per decreto Zaporizhzhia nella lista degli asset federali della Russia: "La centrale nucleare ucraina è di proprietà della Federazione. E la preoccupazione cresce, tanto che la Ue consegna a Kiev 5 milioni di compresse di ioduro di potassio, come misura preventiva per proteggere dalle radiazioni chi vive vicino alle centrali nucleari del Paese".
Putin deve fronteggiare una nuova ondata di dissenso interno, più pericolosa perché si avverte nelle istituzioni. Ha annunciato modifiche alla mobilitazione militare per evitare il fronte ai neolaureati e a nuove categorie di studenti. Ma non sembra bastare. Andrei Kartapolov, capo della Commissione Difesa della Duma ed ex comandante militare, "ha esortato i vertici dell'esercito di Mosca a «smetterla di mentire» sulle sconfitte in Ucraina". Il deputato ha anche smentito le parole del portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov, il quale sostiene che l'esercito russo "sta tenendo le posizioni" in varie regioni. "Le persone lo sanno. La nostra gente non è stupida. La gente vede che non vogliamo dire loro nemmeno una parte della verità. Questo può portare a una perdita di credibilità", ha detto il deputato al Moscow Times.