I russi scappano dalla mobilitazione di Putin, i Paesi Baltici chiudono le frontiere
I russi scappano dalla mobilitazione militare proclamata da Putin. E la situazione nei Paesi confinanti si sta trasformando in una vera e propria polveriera senza controllo. Si stanno già verificando scene apocalittiche e c'è chi corre ai ripari. Posizione netta è quella presa dai Paesi baltici e dalla Polonia: Lettonia. Lituania e Estonia hanno chiuso completamente i propri confini ai cittadini russi. A chiarire la posizione della Polonia è stato il ministro degli Esteri del governo di Varsavia, Zbigniew Rau, in un’intervista all’agenzia Pap. Tanto da un punto di vista di sicurezza politica quanto da un punto di vista morale è «altamente sconsigliabile» far entrare un numero maggiore di russi, ha affermato.
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Anche altri Paesi vicini della Russia, come la Finlandia e la Repubblica Ceca, condividono la posizione polacca, secondo cui l’obiezione di coscienza da sola non rappresenta un motivo sufficiente. «Abbiamo deciso di sospendere l’attuale rilascio di visti ai cittadini della Federazione Russa, abolendo così i visti turistici», ha affermato Rau, che tuttavia, non ha escluso eccezioni per i russi che sono davvero contrari alla guerra e, ad esempio, hanno partecipato ad azioni di protesta. La Finlandia ha deciso di chiudere le frontiere ai turisti russi e la Repubblica Ceca ha, invece, deciso di trattare questi casi come visti normali e non umanitari.
Di tutto questo si sta già occupando anche l'Unione europea. "È una questione nuova che stiamo monitorando - ha detto il portavoce della Commissione europea Eric Mamer - C’è già un quadro che garantisce la richiesta d'asilo per le persone che pensano di averne diritto". La situazione è particolarmente delicata e la presidenza dell'Ue ha convocato una riunione straordinaria per affrontare la gestione delle richieste di asilo dei disertori russi.