in crisi

Putin, scoppia la bomba interna: "Verso la legge marziale". E Nabiullina vuole dimettersi

Giada Oricchio

“Elvira Nabiullina ha minacciato di nuovo le dimissioni”. La controffensiva dei soldati e della resistenza ucraina a distanza di 209 giorni dall’inizio dell’invasione da parte della Russia, le difficoltà di Vladimir Putin nei rapporti internazionali - dallo scarso appoggio della Cina alle bacchettate del premier indiano e del presidente turco (“non è tempo di guerra”) fino all’isolamento emerso durante il vertice di Samarcanda - starebbero spingendo il presidente della Federazione russa a proclamare la legge marziale e la grande mobilitazione.

  

Secondo il canale Telegram Generall SVR, gestito da un ex luogotenente russo oggi dissidente, i più stretti collaboratori di Putin “stanno sbattendo la testa contro il muro” nel tentativo di convincerlo a non prendere, o almeno rinviare, decisioni dalle conseguenze disastrose. Si legge nel post odierno: “Giovedì scorso, la Presidente della Banca Centrale della Federazione Russa, Elvira Nabiullina, è stata informata in via confidenziale che Putin intende dichiarare la mobilitazione parziale e la legge marziale in sette entità costituenti della Federazione Russa ed è stata invitata a prepararsi ad agire in "nuove condizioni".

Nabiullina però ha ricordato al presidente che ai primi di marzo si era persuasa a lavorare per diversi mesi a stabilizzare la situazione finanziaria, quando non si parlava né di mobilitazione parziale né totale. Ai primi di maggio ha espresso il suo parere categoricamente negativo sulla possibile mobilitazione e ha avvertito delle conseguenze. Putin era pronto a buttare tutto nel water, ma ha preso tempo non appena l’economista ha minacciato le dimissioni da governatrice della Banca Centrale (è la seconda volta che agita lo spettro dell’addio dopo il 23 marzo, nda)”.

Sempre secondo Generall SVR, Nikolai Patrushev, segretario del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa, ha presentato un rapporto a Putin da cui emergeva chiaramente “che la mobilitazione parziale e la legge marziale potrebbero essere fatali provocando reazioni indesiderabili nella coscienza pubblica”. Alla luce degli eventi recenti e del crescente dissenso interno, Putin avrebbe rinviato il provvedimento sine die.