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Crisi Ucraina, la Ue toglie i visti agevolati per i turisti russi
Giro di vite contro i visti facilitati ai russi. La Commissione europea ha deciso di sospendere del tutto l'accordo che dal 2007 garantiva loro delle condizioni favorevoli per entrare nell'Ue. «L'agevolazione del visto è un segno di fiducia», ha affermato la presidente dell'Esecutivo Ue, Ursula von der Leyen, fiducia che «la guerra di aggressione della Russia ha completamente distrutto».
Bruxelles decide dunque una nuova stretta contro Mosca, limitando l'accesso ai turisti che negli scorsi mesi hanno continuato a fare shopping nelle città europee mentre le bombe del Cremlino cadevano sul suolo ucraino.
La tematica era stata sollevata dai paesi Baltici, con il supporto di Polonia e Danimarca, e aveva incontrato le resistenze dei grandi paesi Ue, Italia compresa, che temevano che l'imposizione di restrizioni a «normali» cittadini russi potesse essere controproducente e costituire un alibi per Mosca contro l'Occidente. Alla fine ha prevalso il compromesso, ma la sospensione dell'accordo è passata, l'Ue si è dimostrata unita. Non si tratta solo di un gesto simbolico, che tra l'altro costerà agli Stati membri in termini di minori entrate portate dai turisti, ma è anche una questione di sicurezza nazionale, soprattutto per i Paesi confinanti, che hanno visto ampi flussi nei mesi scorsi.
Alcuni, come la Finlandia, hanno già limitato la concessione dei visti, in ogni caso la legislazione Ue, nell'ambito della convenzione di Schengen, permetterà di adottare ulteriori misure restrittive a livello nazionale. «Ci sono meno di 1 milione di visti Schengen validi per i cittadini russi. Con la sospensione dell'accordo di facilitazione dei visti e con le linee guida che presenteremo c'è la possibilità per gli Stati membri di riesaminare tutti i visti esistenti validi», ha annunciato la commissaria Ue agli Affari interni, Ylva Johansson. Le linee guida della Commissione daranno priorità ai visti per ragioni umanitarie e familiari. «Giornalisti, dissidenti, attivisti per i diritti umani, studenti e persone che viaggiano per motivi familiari» sono garantiti, ma «d'altro canto gli Stati membri dovrebbero poter rifiutare una domanda di visto per determinate categorie di richiedenti russi» che non hanno necessità di entrare nell'Ue. Perché, per dirla con la commissaria Johansson, «essere un turista nell'Ue non è un diritto fondamentale».
La proposta della Commissione avrà un passaggio rapido al Consiglio Ue, già questa settimana, per entrare in vigore da lunedì. In pratica, dalla prossima settimana i russi che richiederanno un visto dovranno pagare una tassa per il visto più alta, da 35 euro a 80 euro, e attendere un tempo maggiore, che passa dagli attuali 10-15 giorni a un massimo di 45. Ci saranno poi norme più restrittive sui visti per ingressi multipli e un elenco più lungo di documenti giustificativi. L'Ue per i cittadini russi sarà ancora più lontana, non solo per la sfilza di sanzioni economiche e individuali. Un'onta per Mosca, che ha biasimato il provvedimento e minacciato ritorsioni.