nulle di fatto
G20, il vertice dei ministri degli Esteri è un flop. Lavrov se ne va, Blinken attacca: l'Ucraina non è vostra
La riunione dei ministri degli Esteri del G20 in Indonesia sembra non aver prodotto grandi risultati. Almeno per il momento. «Non vi è stata unità, non si è trovata una posizione comune sulla guerra in Ucraina e su come affrontare le conseguenze del conflitto a livello mondiale», scrive l’Associated Press. «Durante i colloqui - aggiunge l’agenzia di stampa Usa - i 20 ministri degli Esteri hanno ascoltato un’accorata richiesta di unità e la fine della guerra in Ucraina da parte del padrone di casa indonesiano. Tuttavia, il consenso è rimasto sfuggente nell’ambito di una intensificazione delle divisioni Est-Ovest, guidate da Cina e Russia da una parte e Stati Uniti ed Europa dall’altra. Non sono state scattate foto di gruppo nè è stato diffuso un comunicato finale come è stato fatto negli anni precedenti e l’acrimonia è apparsa pervasiva, soprattutto tra la Russia e i partecipanti occidentali».
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Secondo diversi diplomatici presenti, il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha abbandonato la sala quando la sua omologa tedesca, Annalena Baerbock, ha criticato Mosca per l’invasione dell’Ucraina. A quanto pare, il capo della diplomazia russa ha fatto lo stesso poco prima dell’intervento da remoto del ministro degli esteri ucraino, Dmytro Kuleba, e quando il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha a sua volta condannato Mosca.
«La Russia è stata così isolata che Lavrov ha lasciato la riunione dopo aver parlato», ha detto la ministra francese Catherine Colonna. Blinken e Lavrov, riporta sempre l’Associated Press, «si sono ignorati». Per il capo della diplomazia Ue, Josep Borrell, la decisione di Lavrov di andarsene è stata «non molto rispettosa» e «non è il modo in cui si partecipa a un vertice del G20».
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A queste accuse la portavoce della diplomazia russa, Maria Zakharova, ha replicato affermando che «i Paesi del G7, guidati dagli Stati Uniti, hanno cercato di trasformare la riunione dei ministri degli Esteri del G20 in un’altra cabala, in un altro scandalo, ma non ci sono riusciti. Il loro piano di boicottare la Russia ha fallito». Nel corso del summit è stato affrontato il delicato tema del grano ucraino con Blinken che, secondo quanto riferito da un funzionario occidentale, ha esortato Mosca a consentire l’esportazione. Il capo della diplomazia americana «si è rivolto direttamente alla delegazione russa, dicendo: ’L’Ucraina non è il vostro Paese. Il suo grano non è il vostro grano. Dovreste far uscire quel grano», ha proseguito la stessa fonte. In precedenza Lavrov aveva rimproverato l’Occidente affermando che anziché concentrarsi su come affrontare i problemi economici globali durante la riunione, i ministri si sono lanciati in «critiche frenetiche» della Russia sul conflitto in Ucraina. Secondo l’esponente di governo russo, fra l’altro, «le statistiche mostrano molto chiaramente che il grano che è bloccato nei porti in Ucraina è meno dell’1% della produzione mondiale, quindi non ha un impatto reale sulla sicurezza alimentare». Kuleba ha da parte sua sottolineato che la comunità internazionale non dovrebbe consentire alla Russia di ricattare il mondo.
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Il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha riferito di aver discusso dei corridoi per l’esportazione di grano dal Mar Nero con Lavrov definendo il vertice «costruttivo». «Dobbiamo rafforzare un multilateralismo e una cooperazione efficaci sulle crisi alimentari, energetiche e migratorie, gli effetti delle quali sentiamo ogni giorno sempre di più a causa della guerra in Ucraina», ha detto il ministro citato dall’agenzia Anadolu. Al summit si è svolto il primo incontro in tre anni tra i ministri degli Esteri di Cina e Australia. Il capo della diplomazia di Pechino, Wang Yi, si è confrontato con la sua omologa Penny Wong, che ha parlato di discussioni «franche» e ha detto che entrambi hanno ascoltato «con attenzione» gli interessi e le preoccupazioni della controparte. I rapporti tra Cina e Australia si sono fortemente deteriorati negli ultimi anni per il timore di infiltrazioni cinesi nella politica australiana, e in particolare dopo la richiesta di un’indagine indipendente sull’origine del Covid-19 di cui l’Australia si è fatta promotrice nel 2020.
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A dividere Pechino e Canberra ci sono poi le ritorsioni di Pechino nel commercio bilaterale, il divieto a Huawei di operare in Australia nel 5G, e le detenzioni in Cina di due cittadini australiani di origini cinesi: lo scrittore Yang Hengjun e la conduttrice dell’emittente televisiva statale cinese China Global Television Network, la giornalista Cheng Lei. «L’attacco all’Ucraina ha distrutto la nostra fiducia nella Russia» e «tutti i Paesi stanno soffrendo per le conseguenze della guerra», ha evidenziato il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio. «L’Italia - ha aggiunto - crede che il G20 rappresenti al meglio la cooperazione internazionale. Questo gruppo va difeso ed è per questo che siamo qui oggi».