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La Russia si difende: la crisi alimentare mondiale non è legata alla guerra in Ucraina. Colpe all'Occidente

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Non c’è alcun legame tra la guerra in Ucraina e la crisi alimentare mondiale. È quanto ha ribadito il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov in una conferenza stampa a Teheran, dopo un incontro con il collega iraniano Hossein Amir-Adollahian. “Vorrei sottolineare ancora una volta che non c’è nessun collegamento tra l’operazione militare speciale russa in Ucraina e la crisi alimentare - ha scandito -. Questo è già riconosciuto da membri del governo degli Stati Uniti, rappresentanti di organizzazioni internazionali che si occupano di questioni di sicurezza alimentare - ha aggiunto - la crisi e i presupposti per questa crisi si sono creati molti anni fa, e non è iniziata oggi né ieri, anche un paio di anni fa, quando i paesi occidentali hanno iniziato a perseguire una politica populista molto imprudente nel campo della finanza. Gli sforzi che vengono adesso esercitati dalla Turchia e dal segretario generale dell’Onu avrebbero avuto effetto tempo fa se l’Ucraina e i suoi padrini occidentali avessero risolto il problema dello sminamento dei porti del Mar Nero”. 

 

 

Secondo la denuncia di Lavrov, “i tentativi di fare delle quantità di grano rimaste in Ucraina una tragedia universale rispondono a una politica assolutamente senza scrupolo, perché tutti sanno che questo grano rappresenta meno dell’1% della produzione globale di grano e di altre colture cerealicole”. Dunque, ha concluso il capo della diplomazia di Mosca, “è cruciale adesso fare in modo che gli ucraini lascino uscire le navi straniere che sono tenute in ostaggio lì, e in nessun modo usare questo problema come un espediente che distragga l’attenzione dai fallimenti e dagli errori commessi dall’Occidente nella politica mondiale e nel commercio di cibo e fertilizzanti, in particolare”.

 

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