Afghanistan, terremoto devastante fa almeno mille morti. Il bilancio è drammatico, l'appello dei talebani
Un terremoto devastante ha colpito una regione rurale e montuosa dell'Afghanistan orientale, uccidendo almeno 1.000 persone e ferendone altre 1.500. Si tratta di uno dei terremoti più mortali degli ultimi decenni, secondo quanto ha riferito l'agenzia di stampa statale. I funzionari del governo afghano hanno avvertito che il bilancio, già drammatico, potrebbe ancora aumentare. Il sisma, di magnitudo 6.1, ha avuto il suo epicentro nella provincia di Paktika, a circa 50 chilometri a sud-ovest della città di Khost, secondo il vicino Dipartimento meteorologico del Pakistan. Una regione remota del Paese, vicino al confine con il Pakistan, difficile da raggiungere. Le prime informazioni sono state poche e frammentante, mentre i primi filmati arrivati dai villaggi nascosti nelle montagne della zona hanno mostrato i residenti che frugavano fra le macerie delle case di pietra, mattoni e fango crollate dopo la scossa. Tra le prime agenzia umanitarie ad attivarsi c'è stata Emergency. "Abbiamo inviato sette ambulanze e staff nelle zone più vicine al terremoto per supportare i soccorsi in loco e trasportare i feriti nei nostri centri di primo soccorso adiacenti alla zona colpita, in particolare nei distretti di Ghazni e Andar nella provincia di Paktika, dove il terremoto ha provocato il maggior numero di vittime", ha spiegato Stefano Sozza, country director di Emergency in Afghanistan, "il timore è che le vittime possano aumentare ancora, perché molte persone potrebbero essere rimaste bloccate sotto gli edifici crollati".
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La Mezzaluna Rossa afghana ha inviato circa 4.000 coperte, 800 tende e 800 kit da cucina nell'area colpita, secondo il direttore generale di Bakhtar, Abdul Wahid Rayan. Intanto, il leader supremo dei talebani, Haibatullah Akhundzadah, che quasi mai appare in pubblico, ha chiesto "che la comunità internazionale e tutte le organizzazioni umanitarie aiutino il popolo afghano colpito da questa grande tragedia e non risparmino sforzi per aiutare il persone colpite". Il bilancio delle vittime riportato dalla Bakhtar News Agency è pari a quello di un terremoto del 2002 nel nord dell'Afghanistan. Tra i più mortali dal 1998, quando un sisma di magnitudo 6.1 e le successive scosse di assestamento nel remoto nord-est uccisero almeno 4.500 persone. L'agenzia sismologica europea, Emsc, ha affermato che le scosse sono state avvertite per oltre 500 chilometri da 119 milioni di persone in Afghanistan, Pakistan e India. "Nella maggior parte dei luoghi del mondo, un terremoto di tale intensità non infliggerebbe una devastazione così estesa - ha affermato Robert Sanders, un sismologo dell'U.S. Geological Survey -. Ma il bilancio delle vittime di un terremoto più spesso si riduce alla geografia, alla qualità degli edifici e alla densità di popolazione".
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A Kabul, il primo ministro Mohammad Hassan Akhund ha convocato una riunione di emergenza al palazzo presidenziale per coordinare i soccorsi e Bilal Karimi, vice portavoce del governo talebano, ha scritto su Twitter per sollecitare l'intervento internazionale. "Quando un incidente così grave accade in qualsiasi paese, c'è bisogno dell'aiuto di altri paesi", ha affermato Sharafuddin Muslim, viceministro di Stato per la gestione dei disastri, "è molto difficile per noi essere in grado di rispondere a questo enorme incidente". La "risposta sta arrivando", ha scritto su Twitter il coordinatore delle Nazioni Unite in Afghanistan, Ramiz Alakbarov. Anche il primo ministro pakistano Shahbaz Sharif ha detto che la sua nazione è pronta a fornire aiuto, mentre Papa Francesco ha pregato per tutti i morti e i feriti e per la "sofferenza della cara popolazione afghana". Un popolo che sconta il rinnovato isolamento internazionale dopo la presa del potere dei talebani lo scorso anno, con leggi repressive che limitano i diritti in particolare delle donne e della stampa, che si rifanno al duro governo degli studenti coranici della fine degli anni '90.
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