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L'ultimo ricatto della Russia: niente grano a chi si oppone alla guerra

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La Russia prova a "militarizzare" le esportazioni del grano, sarebbe questa l'ultima arma di "ricatto contro chiunque si opponga alla sua aggressione in Ucraina. Lo denuncia in un articolo sul suo blog l'Alto rappresentante Ue per la politica estera Joseph Borrell.

 

Il numero uno della diplomazia europea sottolinea che le "truppe di Putin bombardano, estraggono e occupano l'Ucraina, attaccano le attrezzature agricole" ma anche "magazzini, mercati, strade, ponti in Ucraina e bloccano i porti, impedendo l'esportazione di milioni di tonnellate di grano verso i mercati globali". 

Secondo Borrell la Russia "ha trasformato il Mar Nero in una zona di guerra, bloccando le spedizioni di grano e fertilizzanti dall'Ucraina, ma interessando anche la navigazione mercantile russa".

 


La "guerra della Russia contro l'Ucraina minaccia di creare un'ondata globale di fame. Dobbiamo consentire" a Kiev "di esportare i suoi cereali attraverso il Mar Nero - ha quindi sottolineato Borrell - siamo pronti a collaborare con le Nazioni Unite e i nostri partner per prevenire qualsiasi impatto indesiderato sulla sicurezza alimentare globale".

L'Italia, intanto, è al lavoro per risolvere il problema relativo al grano bloccato dalla Russia. «Come governo stiamo lavorando per sbloccare i 60 milioni di tonnellate di grano bloccati nei porti ucraini a causa del blocco militare russo. Cerchiamo una soluzione che possa cominciare a creare fiducia tra le parti per poi farla crescere a livello più alto, il che vuol dire cessate il fuoco localizzato, poi cessate il fuoco generale, poi accordo di pace. Ma ci vorrà tempo». Lo ha dichiarato il ministro degli Affari esteri, Luigi di Maio.

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