caccia in alto mare
Roman Abramovich, la fuga dalle sanzioni continua: dove sposta i suoi mega-yacht
Fuga dalle sanzioni. Il magnate russo Roman Abramovich è stato costretto nuovamente a spostare i suoi due mega
yacht nei porti del sud della Turchia, in una continuo gioco del gatto e del topo per evitare le misure con cui i Paesi occidentali hanno colpito la Russia e di conseguenza i capitali dell’ex patron del Chelsea in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
Una mossa che ha finito con lo scatenare reazioni a livello internazionale poiché il più grande dei due, ’Eclipse', del valore di 1 miliardo di dollari è rimasto nei primi mesi del conflitto ancorato a Mugla, in provincia di Marmaris non lontano da dove è ancorato ’My Solaris’, del valore di 780 milioni di dollari. Entrambi sono registrati alle Maldive. Tuttavia il fatto che My Solaris fosse rimasto nel ’Cruise Port’ di Bodrum, nota località marittima turca ha attirato le attenzioni di avvocati inglesi, che hanno notato che il ’Cruise Port’ è quotato nel mercato azionario londinese. Notizia subito trapelata sui media inglesi, su cui si è fatta avanti l’ipotesi di una violazione delle sanzioni da parte della Gran Bretagna.
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Una situazione che ha spinto il magnate russo a muovere ancora i suoi due yacht, che hanno lasciato i porti in cui erano ancorati da marzo e hanno fatto rotta vero la località di Gocek, rimanendo ancorati al largo. Per Eclipse si attende il via libera da parte del porto locale, di proprietà della STFA, una compagnia turca, mentre My solaris è fermo al largo delle acque di Bodrum, nella marina di Yalikavak. Tuttavia la storia potrebbe ripetersi nei prossimi mesi, considerando che, in base a quanto riportato dai media turchi, gli yacht saranno costretti a lasciare l’area tra tre mesi, con l’arrivo dell’autunno.
Secondo il sito Lloyd’s Intelligence List lo yacht My Solaris intestato al patron del Chelsea, 140 metri, avrebbe abbandonato il porto di Barcellona l’8 marzo scorso, si trovava al largo della Sicilia due giorni dopo, quando sono entrate in vigore le
sanzioni della Gran Bretagna, per poi attraccare il 12 marzo a Tivat, in Montenegro e da là prendere il largo verso il porto di Bodrum, nel sud della Turchia. Lo yacht ha seguito una rotta che senza mai entrare in acque greche, gli ha permesso di evitare le sanzioni europee, scattate il 15 del mese.
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L’altro yacht, Eclipse, di 140 metri con due piste per atterraggio elicotteri e un mini sottomarino annesso, è partito dalle Antille il 3 marzo per poi giungere in Turchia, nel porto di Marmaris, il 22 del mese, attraverso un percorso che gli ha permesso di evitare le sanzioni. La decisione del governo turco del presidente Recep Tayyip Erdogan di non applicare
sanzioni economiche nei confronti della Russia e lasciare aperto lo spazio aereo ha reso la Turchia una delle poche mete a disposizione dei russi che hanno deciso di lasciare il Paese. Tra questi, circa 20 mila da quando è iniziato il conflitto in Ucraina, vi sono dissidenti, giornalisti, accademici, ma anche oligarchi tradizionalmente vicini al presidente russo Vladimir Putin.
Proprio la vicinanza di Abramovich a Putin hanno spinto il presidente ucraino Zelensky a chiedere alla Casa Bianca di bloccare le sanzioni nei confronti dell’oligarca, nella convinzione che si tratti di un personaggio in grado di mediare con il Cremlino. Lo stesso Abramovich era presente lo scorso 29 marzo a Istanbul, quando le delegazioni di Russia e Ucraina si sono incontrate per portare avanti il negoziato precedentemente iniziato in Bielorussia, senza tuttavia trovare un accordo per un cessate il fuoco. Abramovich ha messo in vendita il club londinese promettendo che i proventi sarebbero stati devoluti ai profughi ucraini, salvo poi assistere al blocco delle procedure di cessione, conseguenza delle sanzioni scattate in Inghilterra nei suoi confronti. Acquistata nel 2003 per appena 60 milioni di sterline, Abramovich ha da allora immesso nella società calcistica di Londra capitali per circa 2,3 miliardi di euro solo per l’acquisto di (circa 500) calciatori, oltre ad aver compiuto massicci investimenti nello stadio e nelle infrastrutture del club.