“Vladimir Putin come Osama Bin Laden”. La riflessione di Alessandro Sallusti: non possiamo stare tranquilli
“Alla fine l'hanno detto chiaro, che più chiaro di così non si può”. È questo l’incipit dell’editoriale di Alessandro Sallusti sulla prima pagina dell’edizione dell’8 giugno di Libero, che dedica la propria apertura alle parole contro l’Occidente pronunciate da Dmitry Medvedev, definito “non uno qualsiasi”. “Per la prima volta - sottolinea Sallusti - al Cremlino mettono da parte la propaganda e dicono le cose come stanno non certo da oggi e non certo per l'aiuto militare che l'Occidente sta offrendo all'Ucraina. Quel ‘voglio farvi sparire’ detto da uno che ha avuto, e forse ancora oggi ha, i codici delle armi atomiche già puntate su di noi non può lasciarci indifferenti né tranquilli e dovrebbe farci riflettere”.
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Secondo il giornalista la guerra in Ucraina è da considerare quasi solo un pretesto da parte di Vladimir Putin, che ha due opzioni in testa: la prima vendicare (secondo molti è malato e quindi il tempo per lui stringe) la caduta dell’Unione Sovietica, che si è sgretolata, la seconda è che Mosca abbiano valutato che sia l’Europa, che gli Usa, con l'avvento del debole Biden, e di conseguenza la Nato fossero cotte al punto giusto per essere aggredite.
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Nel finale del suo articolo Sallusti usa un paragone pesante per il presidente della Russia: “Putin, come Bin Laden prima e l'Isis poi, vuole ‘farci sparire’ e da queste parti troppi utili idioti stanno al loro gioco senza capire che saranno i primi ad avere la gola tagliata in quanto occidentali per di più fessi e traditori, quindi inaffidabili per chiunque”.
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