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Crepe nella propaganda d'Ucraina. Volodymyr Zelensky licenzia Lyudmila Denisova e lei sbotta: stato totalitario

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La commissaria per i diritti umani dell’Ucraina, Lyudmila Denisova, è stata sfiduciata dal suo incarico con 234 voti a favore nella votazione andata in scena nel Parlamento di Kiev ha sfiduciato. A spiegare le ragioni di tale scelta è Pavel Frolov, parlamentare del partito del presidente ‘Servitore del popolo’, che ha denunciato il “sistematico inadempimento dei suoi poteri di organizzare corridoi umanitari, di proteggere e scambiare prigionieri, di opporsi alla deportazione di persone e bambini dai territori occupati e di altre attività per i diritti umani, incomprensibile concentrazione su numerosi dettagli di crimini sessuali commessi in modo innaturale e stupri di bambini nei territori occupati, che non sono stati dimostrati con prove e che hanno solo danneggiato solo l’Ucraina”. Inoltre Frolov ha sottolineato che per molto tempo, dopo il 24 febbraio scorso, giorno dell’invasione della Russia e dell’inizio della guerra, Denisova è stata all’estero senza che ci fossero missioni di lavoro.

 

 

Nelle ore precedenti al voto ufficiale di Kiev Denisova non si era risparmiata nel lanciare accuse a Volodymyr Zelensky: “Ho appena saputo che su ordine del presidente Zelensky è stata presa la decisione di licenziarmi da domani. Stando alle mie informazioni, all’ufficio del presidente non sta bene la posizione attiva in merito alla raccolta dei dati sulla violazione dei diritti umani sui territori occupati. Il capo del Parlamento - aveva aggiunto la commissaria per i diritti umani - mi ha detto che la procedura del mio licenziamento sarà la seguente: dopo aver raccolto le firme dei deputati, la proposta verrà analizzata dal Parlamento. Mi hanno garantito che potrò parlare durante la seduta del comitato dei diritti umani ed esprimere la mia posizione”. 

 

 

“Nella procedura di sfiducia durante la legge marziale tuttavia ci sono delle incongruenze e delle violazioni di 5 articoli della Costituzione - spiega Denisova -. Accetterò ovviamente qualsiasi decisione dei deputati del Parlamento, sia che sia sfiducia o sostegno, ma questo mi ricorda un po’ uno Stato totalitario. E dobbiamo ricordare che il nostro sta andando verso l’Europa in cui vige il diritto. Mi rivolgo ai difensori dei diritti civili e a coloro che conoscono la legge affinché facciano chiarezza della situazione. Della deportazione forzata e dei campi di filtraggio al confine tra la Russia e l’Estonia io ne ho parlato già prima dell’invasione, perché già il 18 febbraio molti nostri cittadini erano stati deportati dai territori occupati in Russia”.

 

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