Guerra in Ucraina, i difensori dell'Azovstal sono finiti nel nulla. L'appello delle famiglie: “Basta col silenzio”
È calato il mistero sui soldati del Battaglione Azov e sugli altri militari ucraini che hanno difeso per tre mesi Mariupol. È stato quindi lanciato un appello affinché il mondo non dimentichi i difensori di Azovstal e i russi li trattino in conformità alla convenzione di Ginevra: i familiari dei combattenti evacuati dall'acciaieria di Mariupol attraverso un briefing presso l'Ucraine Media Center hanno alzato la voce per avere notizie dei loro cari.
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"Voglio dire a tutti i media ucraini e stranieri di non rimanere in silenzio - ha detto Sandra, sorella di un militare -. Il fatto che siano stati portati fuori da Azovstal non significa che siano tornati a casa. Non sappiamo né dove siano né in quali condizioni. Ci auguriamo che la Russia li tratti in conformità alla convenzione di Ginevra e al diritto internazionale, così come l'Ucraina tratta i prigionieri russi". "Mio nipote mi ha detto di non piangere - aggiunge la sorella di un altro soldato, Serhii Volynsky - tornerà, lo ha promesso”. Dalla Russia non è ancora arrivata una decisione ufficiale su ciò che ha intenzione di fare con i prigionieri.
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