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Guerra in Ucraina, il flop della Russia è dovuto alla carenza di droni per via delle sanzioni. E i caccia non volano più

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In Ucraina «la Russia ha provato ad applicare il concetto di ‘attacco di riconoscimento’ affinato in Siria, che utilizza droni di riconoscimento per identificare i bersagli da colpire con aerei da combattimento o artiglieria» ma «sta probabilmente affrontando una carenza di droni da riconoscimento adeguati allo scopo, esacerbata dalle limitazioni alla capacità manifatturiera interna derivante dalle sanzioni». L’aggiornamento sulla guerra è fornito nell’ultimo bollettino dell’intelligence militare britannica, la quale sottolinea che nel conflitto in corso «i droni hanno giocato un ruolo cruciale da entrambe le parti, sebbene abbiano sofferto un elevato tasso di perdite». 

 

 

«I droni si sono rivelati vulnerabili sia all’abbattimento che alle interferenze elettroniche», spiegano gli 007 di Londra, i quali avvertono che «se la Russia continua a perdere droni al ritmo attuale, le capacità di intelligence, sorveglianza e riconoscimento delle forze russe andranno incontro a un ulteriore deterioramento, il che avrà un impatto negativo sull’efficacia operativa». I militari britannici avvertono pure che «l’aviazione russa sembra per lo più continuare a evitare di condurre sortite sul territorio ucraino, probabilmente per la minaccia degli intatti sistemi di difesa missilistica antiaerea ucraini».

 

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