raso al suolo
Il Donbass si è trasformato nell’Inferno in Terra. Zelensky sbotta: vogliono uccidere quanti più ucraini possibile
Il Donbass è diventato un “inferno”. Un luogo ormai quasi interamente raso al suolo dalla follia di Mosca, che ha tentato (e tenta) di abbattere qualsiasi tipo di resistenza si frapponga tra Vladimir Putin e il suo obiettivo: la conquista della regione orientale dell’Ucraina. Nel consueto messaggio serale, Volodymyr Zelensky ha illustrato l’orrendo quadro della situazione nel Paese. Nonostante l’esercito ucraino “continui il processo di liberazione della regione di Kharkiv” senza mollare di un millimetro, “nel Donbass le forze di occupazione russe stanno cercando di aumentare la pressione”. In base alle parole del presidente ucraino la strategia nemica è chiarissima: “Questo è un tentativo deliberato e criminale di uccidere quanti più ucraini possibile”. È un radere al suolo tutto, senza soluzione di continuità e senza alcun riguardo neanche per i civili. “Tutto questo – ha dichiarato Zelensky – non ha e non può avere nessuna spiegazione militare per la Russia”.
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Non ha alcun senso, infatti, che in quasi 3 mesi di guerra oltre 230 bambini ucraini abbiano dovuto abbandonare per sempre la loro giovane vita. Questi sono i dati terrificanti forniti dall’ufficio del procuratore generale di Kiev su Telegram, e citati dall’agenzia di stampa Unian. Tutte le morti di civili sono inaccettabili, ma determinate notizie su bambini e ragazzi, se possibile, colpiscono ancora di più. Come riporta l’Ansa, ieri è stata riferito della morte di una ragazza di 17 anni nella città di Polohy, nella regione di Zaporizhzhia, causata dai bombardamenti russi su edifici civili della zona. Mentre due giorni fa sull'autostrada nella zona di Mykolaiv 8 persone, tra cui una bambina di 5 anni, hanno perso la vita in seguito all’esplosione di una mina. Secondo quanto riportato dal giornale online Ukrainska Pravda, il presidente Zelensky, durante un discorso sostenuto di fronte a studenti ucraini, ha annunciato l’inizio di una nuova fase della guerra: quella “finale”, e anche “la più difficile e sanguinosa”. Ha voluto quindi ribadire che il pericolo è tutt’altro che alle spalle: “Oggi non posso gridare 'tornate a casa' a tutti coloro che sono all'estero perché la guerra non è finita”. Lo si può evincere anche dalla sua denuncia al “bombardamento brutale e assolutamente insensato di Severodonetsk", che ha provocato "12 morti e decine di feriti in un giorno”, nonché ai "bombardamenti di altre città, agli attacchi aerei e missilistici dell'esercito russo”.
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Zelenky, d’altro canto, non ha voluto celare la sua soddisfazione per “il primo processo in Ucraina contro un criminale di guerra russo”. È la storia di Vadim Shishimarin, soldato russo di 21 anni, che si è dichiarato colpevole in tribunale di aver ucciso un civile nella regione di Sumy lo scorso 28 febbraio. La vittima, un uomo 62 anni, andava in bicicletta, parlava al telefono ed era completamente disarmato. Ora il membro delle forze armate di Putin rischia l’ergastolo con l’accusa di omicidio premeditato. Ma la giustizia non può fermarsi qui, e si “concluderà con il pieno ripristino della giustizia nell'ambito del tribunale internazionale”. Il leader ucraino ne è certo: “Troveremo e consegneremo alla giustizia tutti coloro che danno ed eseguono ordini criminali”.