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La resa del battaglione Azov: "Scambio di prigionieri o processo". Dove finiscono i soldati dell'acciaieria
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"Nelle ultime 24 ore, 771 militanti dell'unità nazionalista Azov hanno lasciato l'acciaieria Azovstal di Mariupol". A riferirlo è stato il portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov. "Un totale di 1.730 militanti si sono arresi dal 16 maggio, di cui 80 feriti", ha aggiunto, "tutti coloro che necessitano di cure ospedaliere ricevono assistenza nelle istituzioni mediche della Repubblica popolare di Donetsk a Novoazovsk e Donetsk".
Un nuovo scontro si profila all'orizzonte sul destino dei combattenti che hanno lasciato l'acciaieria per essere evacuati in territorio controllato dalle milizie filo-russe. Secondo gli ucraini la decisione di "salvare la vita del personale" è arrivata direttamente dal presidente Volodymyr Zelensky. Per Mosca, invece, si sono semplicemente arresi. "Saranno trattati secondo le leggi internazionali" ha assicurato il Cremlino. Ma lo scambio, con i prigionieri di guerra russi, a cui Kiev si dice "costretta", potrebbe non avvenire agevolmente.
La Duma infatti esaminerà già nelle prossime ore una risoluzione dove si prevede il divieto di scambio per i militari ucraini evacuati dall'acciaieria Azovstal di Mariupol. Ad annunciarlo il presidente Vyacheslav Volodin. "La Russia - ha dichiarato - tratta con umanità coloro che si sono arresi o sono stati catturati" ma questo non può valere per i "nazisti criminali di guerra" che devono essere "assicurati alla giustizia". Il prossimo 26 maggio infine il battaglione Azov potrebbe essere inserito nell'elenco delle organizzazioni terroristiche dalla Corte Suprema di Mosca come richiesto dal procuratore generale russo.