fonti militari
Il retroscena bomba sulla guerra in Ucraina: Vladimir Putin è direttamente coinvolto nelle decisioni tattiche
Il presidente russo Vladimir Putin è coinvolto in prima persona nell’evoluzione della guerra in Ucraina, al punto da prendere decisioni operative e tattiche «a livello di colonnello o brigadiere». Lo affermano fonti militari occidentali citate dal Guardian. Il numero uno di Mosca sta contribuendo a determinare il movimento delle forze nel Donbass, in un processo decisionale condotto a stretto contatto con il generale Valery Gerasimov, comandante delle forze armate russe, contrariamente a quanto sostenuto da parte ucraina la scorsa settimana, quando si era detto che il leader militare era stato messo da parte. «Pensiamo che Putin e Gerasimov siano coinvolti nel processo decisionale tattico con un ruolo che normalmente ci aspetteremmo di veder riservato a un colonnello o a un brigadiere», ha dichiarato la fonte militare, parlando degli scontri in corso nell’est dell’Ucraina.
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Il quotidiano non cita altri dettagli, lasciando solamente intendere che stando alle proprie fonti, le valutazioni sul diretto coinvolgimento personale di Putin sono basate su notizie di intelligence. L’imprevisto andamento della guerra ha costretto la Russia a mandare i propri generali più vicino alla linea del fronte, dove fino ad ora 12 di loro sono stati uccisi, secondo le forze armate ucraine.
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Le «interferenze» di Putin nelle decisioni militari sono in risalto anche sulla prima pagina del Times, che cita un’analisi attribuita a «intelligence militare occidentale», e titola: «Putin s’immischia e fa il lavoro di un colonnello». Dalle informazioni dei servizi, riferisce il giornale, risulta che il capo del Cremlino si è spinto a imporre ai suoi generali scelte tattiche di secondo piano che, in una sana organizzazione militare, sarebbero state di competenza di un ufficiale al comando di un’unità di 750 soldati al massimo. In ciò viene assecondato dal capo di Stato maggiore, il generale Valery Gerasimov, che sarebbe ancora saldamente in sella nonostante le voci che lo volevano in disgrazia per gli insuccessi sui campi di battaglia in Ucraina.