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Che fine ha fatto Gerasimov, le "purghe" di Putin ribaltano le gerarchie in Ucraina: "Servizi segreti militari al comando"

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Che fine ha fatto il capo di Stato maggiore russo Valerij Gerasimov? Il grande assente della parata del 9 maggio a Mosca è al centro di una serie di speculazioni tra rivelazioni e propaganda all'interno delle quali è difficile districarsi. Quello che si ritiene ormai ex capo delle operazioni militari in Ucraina era stato dato per sopravvissuto ma ferito a un attacco ucraino che lo avrebbe messo duri gioco. Ma ora fonti dei servizi segreti ucraini danno la loro versione, ovvero che Gerasimov sarebbe stato sospeso sulla scia delle purghe putiniane a funzionari e generali che non hanno operato come previsto dal Cremlino nel conflitto. Insieme a lui, riferiscono le stesse fonti come riporta il Corriere della sera, sarebbero stati "puniti" e rimossi dai rispettivi incarichi i generali Vladislov Ershow, Sergei Kisel e Arkady Marzoev, tutti a capo dei reparti corazzati in azione in Ucraina.

 

Secondo il giornalista investigativo russo Andrei Soldatov ora a capo delle operazioni russe in Ucraina ci sarebbe il capo del Gru, il servizio segreto militare. Alla base anche una convinzione di Putin che avrebbe preso ulteriore corpo negli ultimi tempi, ossia che le "spie" militari sono più affidabili perché pronte a tutto e disposte al sacrificio, si legge nell'articolo, "sono devoti alla causa e alle disposizioni, non importa il prezzo da pagare".

 

L'onere del comando sarebbe così nelle mani del numero due del Gru Vladimir Alekseyev, nato in Ucraina quando nel paese sventolava la bandiera dell'Unione sovietica e visto in azione in missioni famose in Europa, come il tentativo di eliminare, avvelenandolo col gas nervino in Inghilterra, l'agente segreto doppiogiochista Sergey Skripal, ex-collaboratore del Gru e condannato dalla Russia per alto tradimento

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