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Coffee Break, “tutto sbagliato”. La pacifista Jasmine Cristallo è irritata con Joe Biden e l'Europa su sanzioni e armi

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Nella puntata del 12 maggio di Coffee Break, talk show del mattino di La7 condotto da Andrea Pancani, sono ospiti Benedetto Della Vedova e Jasmine Cristallo, che dibattono sul tema della guerra tra Russia ed Ucraina. Il primo ad intervenire è il sottosegretario agli Esteri di +Europa, a favore del dialogo con Viktor Orban per sbloccare il sesto pacchetto di sanzioni alla Russia con l'embargo sul petrolio e poi invoca la necessità di cambiare le regole dell’Unione Europea: “L’Unione superi il diritto di veto, ci vogliono le maggioranze qualificate. Mario Draghi - dice ancora Della Vedova - non va a 'prendere ordini da Biden' ma a mantenere una linea di rigore”.

 

 

La Cristallo, leader del movimento pacifista Pace Proibita, non è d’accordo sul viaggio di Draghi alla Casa Bianca: “Io mi chiedo come si possa avere una posizione pro-Usa quando il leader del mondo libero Joe Biden chiama maiale e macellaio Vladimir Putin. Un nostro esponente del governo, Luigi Di Maio, chiama maiale Putin. Il Papa è pronto a partire per la Russia, anche in condizioni abbastanza complesse dal punto di vista fisico, e poco dopo l’Europa parte con l’iniziativa di fare delle sanzioni contro il Patriarca russo Kirill, ma questo tipo di approccio non favorisce determinati meccanismi”. “Ma che c’entra? Vuole dire che Putin ha tirato i missili su Kiev mentre c’era il segretario generale dell’Onu Guterres in visita?” interviene seccato Della Vedova, con Cristallo che risponde: “Non ho nessuna difficoltà a farlo, pensavo di non dover anche oggi fare delle lunghe premesse, credo profondamente nello schema dell’aggressore e dell’aggredito, non ho necessità di fare questo, non sono putiniana, anzi l'ho avversato politicamente in maniera molto forte quando altri gli strizzavano l’occhio”.

 

 

La Cristallo poi conclude il discorso: “Rassicura il fatto che Draghi abbia usato la parola 'pace' non solo accanto a ‘condizionatori’. Il problema è pensare che l'invio di armi sia l'unica soluzione, è un atto bellico che non mi appartiene”.

 

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