al tavolo senza ultimatum
Guerra Ucraina, Zelensky sfida Putin: "Crimea mai alla Russia, negoziamo ma non pagando con i nostri territori"
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si concede per cinquanta minuti ai microfoni di Porta a Porta dove ringrazia il popolo italiano "per la vicinanza" e il governo Draghi "per aver aderito alla sanzioni", ma soprattutto dice a chiare lettere che Vladimir Putin "non salverà la faccia" dopo il conflitto, e che questo compito non spetta a Kiev. "Noi non salviamo la faccia di Putin pagando con i nostri territori. Sarebbe ingiusto". Una risposta indiretta al presidente francese Emmanuel Macron e alle sue parole sulla necessità di non "umiliare" la Russia.
Zelensky si dice sempre disponibile a sedersi al tavolo con Vladimir Putin, ma "senza ultimatum". Anzi, è proprio il presidente ucraino a mettere in chiaro le sue 'linee rosse' nella trattativa. "Vogliamo che le armate russe vadano via dalla nostra terra, noi non siamo sul suolo russo", spiega precisando anche una volta per tutte la sua posizione sulla Crimea. "Non ho mai parlato di riconoscerne l'indipendenza, non la riconosceremo mai come parte della Russia - dice -, ha sempre avuto la sua autonomia, ha uno suo parlamento, ma all'interno dell'Ucraina".
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La proposta è quella di tenere la questione fuori dal tavolo delle trattative e parlarne in un secondo momento, "se questo può essere utile al dialogo".
Zelensky ritiene anche "possibile" un attacco dalla Transnistria, ma precisa di non essere "preoccupato" al riguardo. Sicuramente più spinosa e potenzialmente esplosiva è la questione relativa al blocco dei porti ucraini e al rischio di crisi alimentare globale. "Le nostre navi non possono uscire in mare perché altrimenti gli sparano. In Africa non ci sarà più pane, ma hanno una coscienza questi?", rimarca attaccando Mosca.
Per l'Italia ci sono solo elogi. Zelensky si dimostra innamorato del Bel Paese spaziando dall'arte e alla cultura. Sul piano pratico, poi, il riferimento particolare è al turismo e ai sequestri di barche di lusso appartenenti a oligarchi russi. "Sono felice di questo passo", sottolinea. Più freddo, invece, il passaggio dedicato a Papa Francesco. Zelensky dice di avere "rispetto" per il Pontefice, di essere "grato" per i suoi "tentativi" di fermare la guerra e per le sue preghiere per il popolo ucraino, ma critica la decisione di far sfilare l'una accanto all'altra due persone con la bandiera ucraina e quella russa alla Via Crucis: "Non lo possiamo accettare, per noi la bandiera russa in questo momento vuol dire solo occupazione".