Omnibus, aria tesa nel governo sulla guerra in Ucraina. Accuse a Salvini e Conte: “Senza armi massacro di civili”
Non si placano le accuse di buona parte dell’informazione all’operato di Mario Draghi in questi mesi di guerra. Il Premier, in particolare, è stato criticato per essere tornato dall’incontro a Washington con Joe Biden con in mano un nulla di fatto. Non ci sta Andrea Cangini, senatore di Forza Italia, che nella trasmissione Omnibus andata in onda su La7 nella mattinata di giovedì 12 maggio, ha definito “ridicoli” coloro che hanno rimproverato l’ex direttore della Banca Centrale Europa di “essere al soldo degli americani”. Queste le parole del membro del partito berlusconiano: “Cosa si aspettavano che succedesse? Ha fatto un discorso realista e condivisibile da tutti. Più di dire che la soluzione deve essere diplomatica, e che affinché la guerra cessi non ci deve essere un vincitore soverchiante (Putin). Ma ci vuole tempo”.
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È chiara la frecciata ai due leader che più in questo periodo si stanno dichiarando contrari ad ulteriori aiuti militari all’Ucraina: “C’è chi fa demagogia servendosi dei sondaggi e nascondendosi dietro le vesti del Papa. Se la larga maggioranza dell’opinione pubblica italiana fosse stato a favore dell’invio di armi coloro che oggi dicono ‘no alle armi’, per essere chiari Giuseppe Conte e Matteo Salvini, oggi avrebbero sostenuto il contrario. Ci vuole serietà”. La tesi sostenuta da Cangini è che non esiste una soluzione immediata, non si può conseguire la pace con un semplice schiocco di dita: “Bisogna accettare che la situazione è complicata, con buona pace dei vari Travaglio e Conte”. La conduttrice Flavia Fratello lo ha interrogato su un possibile appiattimento dell’Unione Europea alle posizioni americane. Un tema che da tempo ha preso piede nell’opinione pubblica italiana. Ma la risposta dell’ospite non si è fatta attendere: “Quante ore di telefonate si sono fatti Putin e Macron? La pace si fa in due, le trattative si fanno se entrambe le parti vogliono trattare. Ed è evidente che Putin non vuole. Questa è la grande occasione per l’Europa di passare da unione solo economica a unione anche politica”.
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La posizione di Cangini, di conseguenza, è che “non c’è stato da parte di Putin nessun segno di quella pace che tutti auspicano. Quindi ci si attrezza per tempi medio-lunghi a differenza di quello che si riteneva all’inizio. È evidente che se l’Occidente non avesse aiutato l’Ucraina tramite l’invio di armi la guerra sarebbe già finita. Ma – ha chiosato il parlamentare italiano – ora ci sarebbe uno stato sovrano messo sotto il tallone di uno stato autoritario e con massacri di civili che noi non avremmo visto”.