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La Russia smorza i toni: non vogliamo una guerra in Europa. Ma basta ad un mondo dominato dagli Usa

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La Russia "non vuole affatto" una guerra in Europa, ma dopo il "completamento dell'operazione militare" l'Occidente sarà costretto a "smettere di promuovere la cosiddetta pace unipolare sotto il dominio degli Stati Uniti e dei suoi alleati". A certificare i piani di Mosca e la sua idea di 'nuovo ordine mondiale' è il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov. I russi parlano di "contatti" con Kiev sui negoziati ma di una processo che, fino a ora, si è rivelato "molto lento e inefficace". Dall'Ucraina il presidente Zelensky, in un collegamento video con gli studenti di Sciences-Po, si dice "pronto" a sedersi al tavolo dei negoziati sperando che "non sia troppo tardi". E che i tempi di un accordo di pace non siano ancora maturi lo pensa anche il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres: "Il momento verrà ma non lo vedo nel prossimo futuro". Un appello alla cessazione di questa guerra "insensata e brutale" arriva dalla first lady americana Jill Biden,mentre l'ambasciatore Usa a Mosca, John Sullivan, ha incontrato brevemente il vice ministro degli Esteri russo. Obiettivi quello di ribadire "l'impegno nel tenere aperti canali di comunicazione" e "ridurre il rischio di errori di calcio fra i nostri due Paesi"

Intanto, a Kherson le autorità filo-russe chiedono "l'annessione" a Mosca. Un procedimento da mettere in atto "senza referendum" ma tramite un decreto. Un'idea che non piace troppo nemmeno al Cremlino, secondo cui i residenti della regione "devono decidere da soli se entrare a far parte della Russia, ma questa questione deve avere una giustificazione legale ed essere legittima, come nel caso della Crimea". Durissima la reazione di Kiev. Per il capo della delegazione negoziale Mykhailo Podoliak l'unico appello che possono fare i governanti filo-russi di Kherson è quello "di avere la grazia dopo essere stati giudicati da un tribunale" quando l'esercito ucraino "libererà la città".

Mosca smentisce poi le notizie secondo cui il presidente Putin sarebbe pronto a introdurre la legge marziale e conferma che "l'operazione militare sta andando secondo i piani". Diverso il parere degli ucraini, che rivendicano di aver ripreso il controllo di un tratto di confine lungo 1.200 chilometri, "due terzi dei quali con la federazione russa", anche se il pericolo "rimane". Sul campo, resta difficilissima la situazione attorno all'acciaieria Azovstal di Mariupol. Secondo i russi, "tutti i civili" sono stati evacuati dall'impianto e quindi le forze militari hanno "mani libere" per intervenire.

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