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diMartedì, Giovanni Floris perde le staffe con Yulia Vityazeva: “So come si conduce”. E la disintegra con ironia
Yulia Vityazeva, conduttrice di un talk su Russia 1, la tv di stato di Mosca, è ospite della puntata del 10 maggio di diMartedì, talk show di La7 condotto da Giovanni Floris. “Siete tutti adulti e persone rispettabili, non vi voglio offendere, però avete una conoscenza piccolissima di quello che succede tra Ucraina e Russia, siete in uno studio televisivo ma non sapete cosa sta succedendo. Oggi l’Ucraina ha bombardato con i missili nella zona di Donetsk, sono morte persone. Voi lì volete citare almeno una volta che cosa succede in Donbass? Per otto anni vi è interessato che cosa è successo?” dice la Vityazeva con tono duro e David Parenzo, altro ospite in studio, scuote la testa, venendo richiamato dalla giornalista russa: “Non stia lì a scuotere la testa, lei non sa che cosa è successo, lei non sa minimamente che cosa succede là. Non vi interessa”.
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“Riuscire pure a dire che non bisogna scuotere la testa e che uno non può intervenire… Lo faccio io, non si preoccupi, lei continui con tranquillità il suo pensiero e poi avremo chi si confronterà con lei. A quello che succede in studio ci penso io. Ma che significa, io non posso raccontare cosa succede a Torino perché sono qua a Roma? Non c'ero a Waterloo, però un'idea su cosa è successo a Napoleone me la son fatta...” interviene a gamba tesa Floris, rimettendo al suo posto la giornalista russa. “Io - prosegue Vityazeva - so che cosa è la guerra, so che vuol dire se per 8 anni si uccidono le persone e bisogna seppellire i bambini, ma a voi vi è interessato tutto questo per anni? Avete discusso perché il vostro paese si è così preoccupato all’improvviso di che cosa succede in Ucraina? Voi mandate le armi all’Ucraina con cui uccidono i propri stessi cittadini. A Kherson sono stati lanciati missili, continuano ad uccidere altre persone”.
Floris ancora una volta fa notare alla sua ospite, che tiene un tono molto acceso ed ostile nei confronti degli altri presenti, come ci siano giornalisti che si sono occupati del tema già prima del Covid e dello scoppio della pandemia in tutto il mondo.