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Soldati mutilati e niente medicazioni. Il Battaglione Azov sta per cadere, ma è pronto il piano d'emergenza

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Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 34 attacchi aerei sul territorio dell’acciaieria Azovstal di Mariupol, inclusi 8 con bombardieri strategici. A renderlo noto su Telegram è dirammente il Battaglione Azov, asserragliato a Mariupol. «L’artiglieria navale, MLRS, UR-77, carri armati, ecc. Il nemico non smette di cercare di catturare la fortezza ucraina e continua a effettuare assalti quotidiani con il supporto della fanteria», le parole degli ultranazionalisti.

 

 

Ma intanto la leadership delle forze armate ucraine sta lavorando a un piano militare per liberare i combattenti che si sono rinchiusi nell’acciaieria. La notizia è stata svelata dall’ex comandante del reggimento Azov Maxim Zhorin in un’intervista a Canale 24: "Oltre al processo diplomatico, in parallelo c’è un processo di preparazione di un’operazione militare per sbloccare la città di Mariupol. Potrebbe essere in più fasi. Non sono sicuro che coloro che attualmente si trovano sul territorio dell’Azovstal abbiano molto tempo, quindi ci stiamo preparando e lavorando in parallelo in due direzioni, diplomatica, per salvarli e farli uscire fuori, e militare".

 

 

La condizioni per il reggimento è sempre più critica. Il Battaglione Azov, con una serie di immagini pubblicate su Telegram, ha denunciato "le condizioni in cui si trovano i difensori feriti di Mariupol”, con soldati mutilati, medicati in modo posticcio, al buio pesto e con un contatto con l’ospedale della zona perso per qualche ora. “Condizioni - prosegue il post a corredo delle foto - completamente antigieniche, con ferite aperte fasciate con resti di bende non sterili, senza i farmaci necessari e persino cibo”. Il Battaglione si è rivolto ad Onu e Croce rossa, esortandoli a “mostrare la loro umanità e riaffermare i principi di base su cui sono stati creati, soccorrendo i feriti che non possono più combattere. Chiediamo l'immediata evacuazione dei militari feriti nei territori controllati dall'Ucraina, dove saranno assistiti e curati in modo adeguato”.

 

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